Tra lo sguardo e le cose. La vetrina
e il display dell'immaginario, una giornata di studi organizzata da Luisella Farinotti e Anna Franceschini dell’Università IULM di Milano in collaborazione con la Triennale Milano, propone di esplorare la dimensione estetica, mediale e culturale della vetrina come fenomeno essenziale della cultura visiva contemporanea.
Il simposio avrà luogo il 13
novembre 2025 a partire dalle ore 10:00, presso la sala Agorà della
Triennale Milano.
Per partecipare, iscriviti qui.
Il progetto si articolerà in una giornata di studi con un panel internazionale di studiosi, curatori e artisti.
Frederick Kiesler, nel suo seminale volume
Contemporary Art Applied To The Store And Its Display (1930), ha definito la vetrina di negozio come "lo spazio espositivo
definitivo": gratuito, capillarmente diffuso, visivamente ineludibile e stagionalmente mutevole. Questo spazio liminare rappresenta una componente inalienabile del palinsesto visivo della quotidianità moderna e si intreccia al più ampio quadro di sviluppo del tessuto urbano e al mutamento tecnologico e architettonico che ne hanno determinato la comparsa, l'affermarsi e, in alcuni casi, lo scomparire.
Nonostante sia stato oggetto di mostre d'arte e di architettura di respiro internazionale la vetrina e il suo display costituiscono un aspetto sorprendentemente ancora inesplorato in ambito teorico e critico. Il progetto si propone di colmare questa lacuna, studiando la vetrina intesa come medium e dispositivo para-cinematografico, spazio di sperimentazione per artisti e architetti, catalizzatore di linguaggi tra arte, cinema, teatro e architettura, strategia estetica, culturale e comunicativa.
La "forma vetrina" è stata spesso frequentata dagli artisti: da Marcel Duchamp a Jean Tinguely, da Robert Rauschenberg e Jasper Johns, fino ad Andy Warhol e Salvador Dalì, per arrivare alle artiste e artisti contemporanei, che hanno composto display per vetrine e negozi, intercettando la doppia natura di questo spazio liminare: la sua funzione commerciale e il suo manifestarsi come oggetto estetico. Parallelamente, la vetrina è stata un territorio di sperimentazione per l'architettura: da Frederick Kiesler a Lilly Reich, da Carlo Scarpa a Rem Koolhaas e il suo studio OMA, la cultura del progetto vi ha trovato un campo per la ricerca. Inevitabile è anche la ricognizione della sua natura cinematografica, indissolubilmente legata al flâneur e alla flâneuse come attivatori del suo
cinematisme.
Scarica qui il programma dettagliato dell'evento
Crediti immagine: Hand Crashing Through the
Window, detail from 25 Windows: A Portrait of Bonwit Teller installation, Lynn Hershman Leeson, 1976. Courtesy of the artist; Hoffman Donahue Gallery, New York and Los Angeles; and Altman Siegel Gallery, San Francisco.