La riapertura mesta dei cinema

Cultura - 15 giugno 2020

Riaprono le sale cinematografiche. Una ripresa un po' in sordina che il prof. Gianni Canova commenta in un'intervista al Il Giorno.

Finalmente hanno riaperto i cinema. Le sale cinematografiche restano uno dei luoghi fondamentali del nostro immaginario collettivo, della cultura e delle nostre emozioni. “La sala, rispetto ai piccoli schermi, scatena una chimica speciale – spiega il prof. Gianni Canova in un’intervista a Il Giorno - c’è il buio e un’unica e grande fonte luminosa che attira l’attenzione dello spettatore”. Eppure, la grande festa che poteva esserci per celebrare la riapertura dopo tre mesi di lockdown non c’è stata: nessuno evento, nessuna programmazione speciale, neanche una maratona in onore di Alberto Sordi, che oggi compirebbe 100 anni.

Insomma, una ripresa mesta, in sordina, arrendevole. “Come se i primi a non crederci fossero gli stessi operatori del cinema – continua Canova - più preoccupati di sognare un ritorno allo stato “quo ante” che a progettare un futuro che possa muoversi su gambe diverse. Un’industria sana avrebbe dovuto studiare una strategia di seduzione del pubblico, riattivando il desiderio di cinema".

Colpa delle piattaforme in streaming che hanno ucciso le sale? Canova non è di questa idea. Anzi è convinto del contrario. Proprio grazie a esse, il consumatore di cinema non si accontenta più dei device. Vuole vedere i film ovunque. Perché no, anche in sala dove il grande schermo regala emozioni più forti.

Certo è che il film deve valere il biglietto.  

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