Il libro e i new media

Cultura - 10 novembre 2020

Il Prof. Paolo Giovannetti ci racconta il destino delle presentazioni dei libri nell'epoca della pandemia

Il libro è certo un oggetto di cui immaginiamo la fruizione come un atto privato e individuale. Ma i libri vivono anche in tutta una serie di eventi (promozioni, presentazioni, incontri con gli autori) che forzatamente il periodo che stiamo vivendo ha reso molto difficili, quando non impossibili. In un editoriale pubblicato da "Il Giorno", con il titolo suggestivo Storie di carta che corrono sui new media, Paolo Giovannetti, che insegna Letteratura italiana comparata nella nostra Università, descrive come il mondo dell'editoria, ma anche il consesso di studiosi e semplici appassionati, abbia dovuto "adeguare" il proprio modo di incontrare i libri. L'analisi di Giovannetti potrebbe apparire sorprendente: "Se prima potevi aspettarti di parlare a un'audience 'fisica' di 200 persone al massimo, adesso succede di scoprire che su Facebook, ad esempio, ti hanno seguito 2.000 utenti, che oltre tutto nel tempo aumentano. E finisci per illuderti che forse i new media non solo ci difendono dall'isolamento, ma ci aiutano a lavorare meglio che nel passato. Ovviamente, non è così, lo sappiamo benissimo, ma qualche segnale di soddisfazione da parte dei promotori culturali capita di coglierlo. Strane contraddizioni della comunicazione di, e con, il medium-libro."

Tra pochissimi giorni prenderà il via un evento che, fino solo a un anno fa, contava un gran numero di dibattiti, incontri, presentazioni, tavole rotonde, che si svolgevano in una moltitudine di luoghi di Milano: Bookcity. Quest'anno il ricco programma si terrà completamente online. A questo proposito l'autore dell'articolo si pone alcuni interrogativi: "La kermesse che sguinzagliava per la città decine di migliaia di appassionati della lettura come uscirà dal purgatorio degli eventi in remoto? Sapremo intercettare i pubblici che in questi mesi ci hanno seguiti fiduciosi? Incrociamo le dita, ovvio. Ma, comunque vada, lo studioso di comunicazione che io sono avrà imparato qualcosa. Aggiungerà un nuovo appunto al carnet del suo smarrimento. Anche perché l'antichissimo libro, lui, sarà sempre lì a osservare ironico il nostro affannarci dentro una Storia divenuta quasi imprendibile." 

Vedremo se il libro saprà dimostrarsi più forte anche della pandemia.