Leggi l'intervista ad Anita Caprioli, poliedrica attrice interprete de "La Storia di Antigone", rivisitazione in chiave fiabesca della tragedia sofoclea.
Dopo l’interpretazione a memoria della Divina Commedia di Giorgio Colangeli, un altro imperdibile appuntamento con il teatro si è tenuto in IULM, aperto a tutta la cittadinanza: lunedì 15 novembre 2021, in Auditorium, l’attrice Anita Caprioli ha interpretato “
La storia di Antigone - favola in
musica per cornacchie, cani selvatici, maledizioni, tiranni, sepolcri & fanciulle
in fiore”, uno spettacolo tratto dalla celebre tragedia di Sofocle, nato nell’ambito del progetto Save the Story - promosso dalla Scuola Holden e dal Gruppo Repubblica-L’Espresso - con l’obiettivo di salvaguardare i libri e le storie in via di estinzione.
Questa nuova versione dell’Antigone, nata dalla penna della scrittrice scozzese Ali Smith e portata in scena dal regista Roberto Tarasco, trasforma la tragedia di Sofocle in una favola, narrata dal punto di vista di una Cornacchia che, dopo la morte di Polinice ed Eteocle, si trova a osservare il dramma che si sta per compiere in una Tebe ormai deserta: il coraggio e la forza della giovane Antigone, pronta a infrangere la legge per amore del fratello morto e insepolto, per seguire la virtù morale anche a costo di perdere la vita. Antigone rimane, a distanza di millenni, una straordinaria storia di emancipazione. La vicenda di una donna che con il coraggio di una visone “altra” e “alta” rivendica il suo diritto a parlare e si ribella a una ristretta concezione del potere tutta maschile. E più in generale la storia di una contestazione, risoluta e avventata, contro la “tirannia” della legge. Ad accompagnare Anita Caprioli, attrice colta e sensibile, i suoni live del cantante e compositore Didie Caria e le sculture immaginifiche di Giovanni Tamburelli.
Abbiamo intervistato Anita Caprioli e le abbiamo chiesto di raccontarci la sua Antigone e quello che l’ha spinta ad abbracciare questo progetto.
Questa rilettura del testo di Sofocle, che si inserisce
tra modernità e classicità, ha forse anche l'obiettivo di rendere
fruibile e accessibile una tragedia antica.
Perché secondo
lei la storia di Antigone e il suo personaggio continuano a suscitare interesse,
anche nelle generazioni più giovani? Cosa l’ha attratta maggiormente di questo
progetto?
In primis, mi ha affascinato il fatto che dietro alla riscrittura di questa tragedia ci fosse una scrittrice contemporanea (Ali Smith) che, pur mantenendo integre le tematiche della tragedia sofoclea, ha saputo mettere in risalto i paradossi dell’essere umano in maniera molto estrema. Antigone racconta la forza e la grande scelta ideologica di una ragazzina di dodici anni che decide di morire in virtù di un valore molto profondo legato alla famiglia e ai legami di sangue. Lei così piccola si scaglia contro le leggi di Stato che non considerava giuste. Oggi, quello che mi sembra ancora attuale è proprio il conflitto che c’è tra la legge di Stato e i diritti umani, perché, purtroppo, le leggi spesso non hanno attenzione nei confronti dell’uomo e dei suoi diritti.
Qual è secondo lei la forza della riscrittura di Ali
Smith? Quale nuovo punto di vista ha portato in questa tragedia?
Secondo me la forza di questa riscrittura sta nel punto di vista nuovo e inedito raccontato da Ali Smith. La storia è infatti raccontata attraverso gli occhi e lo sguardo di una cornacchia che, dall’alto di Tebe vede questi esseri umani, ne segue le azioni e li osserva con uno sguardo critico e di distacco. Uno sguardo che mette ancora più in evidenza l’incongruenza e i limiti dell’uomo che vengono narrati nella tragedia sofoclea. Questo animale, proprio per via della sua natura, non capisce le motivazioni che spingono gli uomini ad ammazzarsi, a fare delle guerre, a morire per la smania di potere. L’uccello riporta tutto alle necessità vere e basilari della vita. Dal suo racconto, perciò, emerge una profonda critica nei confronti delle azioni dell’uomo che non sono mai mosse dalla ricerca delle cose e dei valori davvero importanti. Ne emerge un paradosso: l’uomo è anch’esso un animale; eppure, egli non si rende conto – a differenza dell’animale-cornacchia – delle cose per cui vale davvero la pena vivere e ...morire.
In più di
vent’anni di carriera lei ha interpretato moltissimi ruoli femminili al cinema,
in teatro e in tv. Quali sono quelli che
più le hanno lasciato il segno? cosa la affascina di più di un personaggio
quando legge un copione?
Sono sempre stata affascinata dalla diversità e dalla fragilità. Mi piacciono i personaggi un po’ “zoppicanti”, in un certo senso “incompiuti” nel loro essere e nella loro vita. Sono attratta dalla problematica dell’essere umano, dalla difficoltà, dalla non perfezione. È difficile dire quale sia il personaggio a cui sono più legata. Ogni momento professionale è collegato a delle cose belle o meno belle, per cui sceglierne uno su tutti faccio fatica. Ma ci sono tanti incontri che porto nel cuore. Tanti autori che ho incontrato e che mi hanno regalato tantissimo: da Gabriele Salvatores – che mi ha diretta giovanissima in Denti – a Carlo Verdone, ma penso anche a Marco Ponti per
Santa Maradona – a Giulio Manfredonia, ad Antonio Capuano. Ma anche ad Alice Rohrwacher che in “Corpo celeste” ha creato un racconto molto intimo, delicato, poetico. Insomma, sono tutti incontri che porterò sempre con me e che mi hanno fatta crescere personalmente e professionalmente.
Prima di lasciarla,
parlando del presente e dell’imminente futuro, dove la vedremo prossimamente?
Da pochi giorni è uscita su Amazon Prime una nuova serie diretta e interpretata da Carlo Verdone che si intitola “Vita da Carlo”. Verdone qui interpreta sé stesso in un interessante intreccio di realtà e finzione mentre io invece interpreto un personaggio di finzione, una farmacista che lavora nella farmacia vicino a casa di Carlo.
Invece su Sky è uscita la miniserie “Ridatemi mia moglie”, che racconta in maniera molto tenera e anche ironica la storia di un matrimonio che sta per finire. Recito accanto a Fabio De Luigi, Diego Abatantuono e Carla Signoris. Perciò, anche se il tema non è certo felice, la risata è più che assicurata.
Dettagli spettacolo:
titolo: La storia di Antigone - Favola in musica per cornacchie, cani
selvatici, maledizioni, tiranni, sepolcri e fanciulle in fiore
raccontata da: Anita Caprioli
cantata da: Didie Caria
tratto dalla tragedia di Sofocle
riscritta da: Ali Smith
regia: Roberto Tarasco