"Ci sarà una volta un signore anziano…Comincia così una speciale favola di Natale,
concepita all’interno di un progetto di “visioni di compagnia”, lungo RSA
e case di riposo, per non lasciare soli durante le feste i nostri sognatori
della terza età. Se è vero che, secondo l'ISTAT, oltre tre milioni di
anziani, quest'anno, saranno separati dai loro affetti, allora il cinema è una
buona ragione in più per accorciare le distanze e, nonostante tutto, procurare
sollievo."
Giuseppe Carrieri – docente IULM e regista – racconta così “Ci sarà una volta” una moderna favola dedicata a tutti quegli anziani che – a causa del Covid – vivranno queste feste, ormai imminenti, in uno stato di completa separazione dall’affetto dei loro famigliari.
Una favola nata da un’idea dello stesso Carrieri ma concretizzata da due ex studenti IULM — Federico Moroni e Simone
Falcone – che hanno dato vita a un commovente cortometraggio animato. La loro favola, declinata al futuro, e non al passato, per andare oltre le inquietudini del presente e le assenze irreparabili, è stata pubblicata oggi sul sito di la Republica.
Giuseppe mi aveva contattato per
scrivere una fiaba a tutti gli anziani che tuttora vivono in una condizione di
isolamento all'interno delle RSA, senza sapere che la questione mi riguardasse
da vicino – racconta Federico Moroni che del cortometraggio ha scritto la sceneggiatura - Circa una settimana prima io
stesso avevo perso mia nonna all'interno di una casa di riposo, non
direttamente per il Covid-19, ma per il profondo senso di solitudine derivato
dalla mancanza di noi familiari. Da questa esperienza diretta ho compreso che i
nostri anziani sopravvivono grazie alle norme di sicurezza, ma che possono
continuare a Vivere (con la V maiuscola) aggrappandosi alla speranza. Per
questo la nostra storia inizia con “Ci sarà una volta”: i nostri anziani devono
tornare a credere in un lieto fine, all'esterno delle RSA e vicino ai propri
familiari.
La storia scritta da Federico ha fatto breccia nel cuore di Simone Falcone, ex studente di Televisione, cinema a new media che oggi lavora come 3D Layout Artist in uno studio di animazione italiano: “Appena ho letto la
sceneggiatura ho deciso di accettare la sfida lanciatami da Giuseppe Carrieri -
ideatore e produttore del progetto - e realizzare in due settimane un corto animato
dedicato agli anziani. Ci siamo sentiti, da allora, quotidianamente.
All’inizio, per un lavoro dettagliato sulle reference, al fine di trovare un
look d’insieme che fosse originale, praticabile in pochi giorni e di impatto; poi,
per definire i vari shot, o quadri, come li chiamavamo, che compongono il film.
L’opera si è creata in divenire. Siamo partiti da un conteggio di circa undici
shots, che è velocemente raddoppiato. Man mano che creavo delle animazioni, il
testo me ne ispirava altre. Volevamo dare l’idea di un’animazione che si
sviluppasse in un luogo concreto (la casa di riposo) ma, insieme, etereo, più
vicino al concetto di memoria, che di spazio. Per farlo, ho animato i
personaggi usando fotografie ritoccate o veri e propri fotomontaggi, come
sfondi fissi. Le animazioni, molto semplici - lasciate volutamente grezze - sono
state realizzate interamente su iPad nell’arco di dieci giorni. Infine, siamo passati
al montaggio e alla composizione della musica. Per quest’ultima, ho convocato
Pietro, amico da sempre, diplomato al Conservatorio di Genova: un ottimo
musicista e un instancabile professionista. Inoltre, sono stato contento e
orgoglioso di rivolgermi a mio papà, artista a tutto tondo, con il quale
collaboro da sempre, per la voce e il lettering.
Questo progetto ha rappresentato una sfida, ma anche l’opportunità di lavorare
con Giuseppe e di fare qualcosa che ha l’ambizione di donare un messaggio di
speranza in un anno che, per determinate fasce della popolazione, è stato ancor
più difficile. Realizzando questo corto ho pensato a fare qualcosa che potesse
piacere innanzitutto a mia nonna, di recente uscita dall’ospedale, a causa di
un aneurisma, alla quale dedico il mio lavoro delle ultime settimane. Credo che
progetti come questo, di cui sono orgoglioso, soprattutto grazie alla grande
risonanza che sta avendo già dalle prime ore sul sito de La Repubblica, siano
un ottimo modo per creare rete e per dimostrare a chi si affaccia al mondo
dell’audiovisivo, come a volte – anche con pochissimi mezzi - si possano
raccontare belle storie. Basta una buona dose di coraggio e delle belle idee.”
Il corto, prodotto da Natia Docufilm - è parte di un'iniziativa culturale che intende, attraverso poesie, racconti e brevi artefatti filmici, alimentare un processo di "distrazione" creativa, in favore della terza età, partendo direttamente dalle case di riposo e dalle RSA, per rianimarle e rigenerarle, nel segno della condivisione della meraviglia.