Nell’anno della pandemia, aumentano le iscrizioni all’università. A dirlo sono i dati del MIUR che registrano per l’a.a. 2020/21 un incremento del 7 % rispetto all’anno precedente. Sono infatti 316.570 gli studenti iscritti: 39. 541 studenti in più rispetto ai 309.302 iscritti all’anno precedente.
Ne ha parlato il Rettore, Prof. Giani Canova, a Pop Economy:
“L’anno accademico 20-21 ha visto un po’ a sorpresa l’incremento
delle immatricolazioni. Si temeva un calo che per fortuna non c’è stato e
questo fa capire che, in una situazione di difficoltà come quella che stiamo
vivendo, le famiglie hanno capito che investire sulla formazione delle giovani
generazioni è la cosa più saggia che si possa fare”
Nonostante questo segnale importante, questa inversione di tendenza sul piano culturale, il mondo dell’istruzione in Italia avrebbe bisogno di una riforma radicale
“Dobbiamo avere la forza di fare grandi progetti, dobbiamo
essere ambiziosi, non dobbiamo accontentarci della gestione dell'esistenza – continua il Prof. Canova - Ne saremo capaci? Francamente non lo so, ho il timore che spesso
si tenda solo a tappare i buchi delle emergenze quotidiane. Penso al tema della
scuola che avrebbe avuto bisogno di una riflessione molto approfondita in
questo periodo. Una riflessione che non doveva riguardare solo il tema dei
banchi con le rotelle, o quello del prolungamento della scuola di un mese in
più. Il problema vero piuttosto è quello che viene insegnato nelle aule. Abbiamo
ancora i programmi scolastici della riforma Gentile degli anni ‘30. É cambiato il mondo e nessuno si
interroga su che cosa insegniamo quando entriamo nelle aule. Ci siamo mai chiesti
perché in nessuno ordine di scuola gli studenti che arrivano all’ultimo anno non
hanno mai fatto i conti con la scuola contemporanea? Credo che sia colpevole
che nessuno si interroghi su questo.”
Secondo il rapporto Piaac-Ocse 2019 in Italia il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Un dato tra i più alti in Europa eguagliato da Spagna e superato dalla Turchia con il 47%.
Un dato preoccupante a cui si aggiunge quello dell’analfabetismo iconico.
“Un italiano su tre non è grado di decodificare correttamente
un testo scritto se appena presenta una struttura sintattica leggermente più
complessa – spiega Canova - ma oltretutto siamo anche totalmente analfabeti sul
piano iconico. Quasi nessuno italiano è in grado di decodificare e comprendere
il linguaggio delle immagini in movimento. Siamo l’unico paese dell’Unione Europea
in cui lo studio dei media e dei linguaggi audiovisivi (cinema, tv, new media)
non è previsto nei curricula scolastici. I nostri governi sono stati sanzionati
più volte dalla UE che ci imponeva di introdurre la media literacy cioè l’educazione
ai media come obbligatoria nei programmi. Ma i nostri governi si sono sempre
rifiutati pagando per questo multe salatissime. […] Questi sono i temi sui
quali bisognerebbe interrogarsi, sui quali bisognerebbe fare delle riforme. Ma
evidentemente non c’è la volontà politica di farlo”.
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