“Imagine there’s no heaven”. Con questo verso inizia una delle canzoni più celebri di sempre. Esattamente cinque decenni fa — l'11 ottobre 1971 — usciva il singolo Imagine, il brano più celebre della carriera solista dell’ex Beatles e sicuramente una delle canzoni più iconiche di tutti i tempi.
A 50 anni dall’uscita del singolo, abbiamo chiesto a Fabio Vittorini, professore IULM di "Paesaggi sonori nei media — Musica e Immagine", di raccontarci la storia di quella canzone e le motivazioni che la portano a essere ancora oggi, dopo tutti questi anni, così apprezzata e presente nell’immaginario collettivo.
“Questa canzone è l'inno di un sognatore, è l'inno di
qualcuno che cerca di immaginare un mondo diverso da quello in cui vive e che
cerca di stimolare anche chi lo ascolta a fare la stessa cosa. Ecco, io credo
che il motivo per cui questa canzone continua ancora adesso essere presente in
noi, nella nostra memoria e continuiamo ad ascoltarla come se fosse una canzone
del presente, è proprio che questa canzone non smetterà mai di essere una
canzone giovane, una canzone che ha la giovinezza nei suoi versi che sono i
versi di chi sogna un mondo diverso di chi è capace di sognare un mondo diverso,
quindi di chi è giovane dentro. […] Io credo che ancora oggi i giovani, che
sono i giovani, per esempio, che seguono Greta Thunberg, che hanno nuovi slanci
verso il futuro, nuovi slanci ideali di trasformazione del mondo in cui vivono possano
davvero ancora entrare in sintonia con questa canzone, tanto che potremmo
sicuramente dire che è difficile immaginare la nostra cultura, soprattutto la
cultura giovanile, la cultura popolare giovanile, se "Imagine" non
fosse stata pubblicata.”