Il tempo e la diversità - Mauro Ceruti

Darwin Ceruti

Darwin. Il tempo e la diversità

L’Origine delle specie di Darwin si conclude con una nota quasi lirica.  Darwin racconta la sua meraviglia osservando che da inizi assai semplici e remoti siano venute al mondo innumerevoli specie molto diverse, e talvolta caratterizzate da una diversità estrema.  Ma questa nota lirica è indissolubile da una presa posizione scientifica molto innovativa e radicale. Darwin fu il primo a ipotizzare che tutte le innumerevoli specie discendano da un comune antenato ancestrale.  Si interroga su come questo sia stato possibile, e le sue risposte sono ancor oggi seminali.  In primo luogo, immagina che dal tempo delle origini a oggi debba essere passato un tempo “incredibilmente vasto”:  staccandosi radicalmente dai suoi contemporanei, egli sostenne che l’evoluzione è possibile solo nel contesto di un tempo profondo stimabile almeno in centinaia di milioni di anni.  In secondo luogo, concepiece questo tempo incredibilmente vasto come il teatro di una proliferazione di diversità altrettanto incredibile: entro innumerevoli specie vengono continuamente al mondo, generazione dopo generazione, innumerevoli organismi dotati di variazioni individuali e singolari: nessun organismo è uguale a un altro organismo. Darwin apre la strada di una profonda riflessione filosofica rispetto alla creatività della storia naturale e  della storia umana: la resilienza della vita, la sua capacità di resistere alle peggiori catastrofi, dipende anzitutto da questi due pilastri di fondo, il tempo e la diversità.

Grazie a questa rilfessione sulla natura della storia naturale, la visione evoluzionistica si impone velocemente sulla visione essenzialista, che per millenni aveva dominato gli approcci al mondo della vita.  Per la visione essenzialista, le unità fondamentali della storia naturale sarebbero costituite da tipi ideali, sempiterni, immutabili, mentre gli individui concreti, con i loro tratti singolari e diversificati, sarebbero solo riflessi imperfetti e transitori di questa realtà sottostante.  Opponendosi a questa visione, la rivoluzione darwiniana ha capovolto le relazioni fra il tempo e le forme: protagoniste della storia naturale diventano proprio le varietà individuali, e il tempo diventa un tempo creatore. Così, il progetto dell’universo vivente non è mai dato in anticipo, ma diviene costantemente sulla base delle relazioni che connettono e che trasformano i singoli attori di questo stesso universo.

 

Bibliografia essenziale

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Biografia

Mauro Ceruti è Professore Ordinario di Filosofia della Scienza e Direttore della PhD School for Communication Studies all’Università IULM, Milano. È stato Preside della Facoltà di Scienze della formazione dellUniversità di Milano-Bicocca e Preside della Facoltà di Lettere e filosofia dellUniversità di Bergamo. Fra i suoi libri, tradotti in molte lingue: Evoluzione senza fondamenti. Soglie di unetà nuova (2019), La fine dellonniscienza (2014), Il vincolo e la possibilità (2007).