Tradurre l'oralità

Cultura - 21 novembre 2019

Il 12 dicembre, in Aula seminari, un convegno di studi sulle modalità di traduzione delle diverse tipologie di oralità.

Gli studi sulla traduzione hanno da sempre riservato attenzione precipua alla comunicazione scritta, anche a causa dell’instabilità che ha storicamente caratterizzato il testo orale. Oggi l’ampia disponibilità di tecnologie capaci di registrarlo e di offrirne una versione trascritta arricchita di tutti gli elementi prosodici e paraverbali, nonché la sua facile accessibilità grazie alle opzioni di multimodalità rese disponibili dall’informatica, hanno contribuito a fare del testo orale un possibile e interessante oggetto di indagine, portando all’attenzione aspetti precedentemente ignorati o solo marginalmente rilevati. Inoltre, l’uso del canale orale, che spesso si avvale anche di elementi iconografici, si impone come una delle modalità comunicative attualmente più diffuse e al contempo si registra una netta tendenza all’oralizzazione dei testi scritti, non solo a livello lessicale, ma anche nelle loro categorie costitutive superiori.

La giornata di studio del 12 dicembre (Aula Seminari, ore 9.30) intende approfondire l’analisi scientifica di alcuni aspetti della traduzione dell’oralità intesa in senso lato, comprendendo in questa categorizzazione non solo il parlato spontaneo, ma anche la vasta gamma di testi effettivamente utilizzati oralmente per la comunicazione che in qualche fase della loro genesi sono stati codificati in modalità scritta, nonché gli elementi di quella mimesi dell’oralità che impregna la scrittura. I temi trattati nell’incontro vanno dalle tracce di oralità nei testi antichi e nella narrativa fino al doppiaggio e sottotitolaggio, dall’interpretazione del testo politico alla canzone.