Tornare nel mondo

Cultura - 01 aprile 2020

In un’intervista al supplemento economico del “Corriere della Sera” il Prof. Ferraresi immagina i possibili scenari di “riadattamento sociale” che ci attendono alla fine dell’emergenza


Come riprenderanno le nostre vite quando tutto questo sarà finito? Torneremo alle nostre abitudini o la distanziazione sociale avrà condizionato i nostri comportamenti per sempre? Come andremo al cinema, a teatro, ai concerti?

Sebbene si sia ancora in piena emergenza è utile interrogarsi sul “dopo” Coronavirus, su cosa ci aspetta “là fuori”, in quel mondo che credevamo di conoscere così bene e che invece in questi mesi si è fatto “altro”, inattingibile e forse persino incomprensibile. Verrà il giorno, speriamo tutti sia presto, in cui dovremo nuovamente immergerci in quel mondo, tornare a incrociare altre persone, rituffarci nella routine quotidiana.

Ma con buona probabilità non tutto tornerà come prima. Come immagina il Prof. Mauro Ferraresi, che alla IULM insegna Sociologia dei consumi e cultura d’impresa, in un’intervista rilasciata al supplemento “L’Economia” del “Corriere della Sera”, le nostre vite non saranno più le stesse, condizionati come saremo da quest’esperienza che segna indubbiamente uno spartiacque nell'esistenza di ognuno di noi. Questo perché il tempo di “riadattamento” sarà molto lungo, almeno cinque volte superiore a quello della durata dell’emergenza. La nostra socialità riprenderà, ma con molte limitazioni e comprensibili timori da parte di tutti. Dovremo ripensare molte delle attività e delle situazioni sociali rispetto a come si sono svolte fino a oggi, dovremo ripensare persino un luogo come l’università. «Dovremo abituarci a convivere – sostiene Ferraresi – con finestre di tempo e turni, che scandiranno le attività quotidiane, come il lavoro o le lezioni, per permettere a tutti di vivere, lavorare e divertirsi in sicurezza».

Leggi qui l’intervista al Prof. Ferraresi