Il Rettore resiliente

Comunicazione - 17 giugno 2020

In un'intervista a Club Milano, il Rettore Gianni Canova parla del futuro di due mondi a lui molto cari: quello della didattica accademica e quello della Settima Arte.

«Gli esseri umani danno il meglio di sé quando sono con le spalle al muro». Si apre con questa citazione di Paul Aster la bella intervista fatta da Club Milano al nostro Rettore, Prof. Gianni Canova che racconta “quando il Covid ci ha messo con le spalle al muro abbiamo dato contemporaneamente il meglio e il peggio di noi stessi. All’inizio del lockdown mi sentivo un leone in gabbia, poi è stato un periodo di riscoperta personale: ho letto molto, mi sono preso tempo per me, per ripensare alle cose fondamentali della vita […]. Da questo punto di vista il Covid mi ha fatto imparare delle cose.

Nell’intervista il Rettore parla del futuro della didattica (“Alla IULM, stiamo, pensando a un percorso didattico che dal prossimo settembre ponga le condizioni di essere in aula a tutti quegli insegnamenti laboratoriali, legati al saper fare e che traggono non solo beneficio, ma una necessità imprescindibile dalla presenza in aula. Lasceremo in digitale parte di quelle lezioni teoriche che possono essere realizzate in maniera proficua anche da remoto.”), delle opportunità professionali che diventeranno sempre più legate al concetto di smart working (“il mondo del lavoro sta attraversando un cambiamento di proporzioni epocali, per cui tantissime professioni ormai si fanno in smart working e molte aziende non torneranno più come prima. Quindi anche le competenze che andranno formate dovranno tenere conto di questo e del fatto che lo smart working prenderà sempre più piede anche nelle professioni più creative, basti pensare alle redazioni giornalistiche.), e del futuro della sala cinematografica, un tema a lui molto caro ma che affronta con lucida schiettezza: “Bisogna lavorare su forme integrate che educhino gli utenti a comprendere che certi film non ha senso vederli sulle piattaforme, ma per goderne appieno la potenza emozionale vanno visti in sala, mentre altri possono essere visti benissimo su una piattaforma, sul televisore di casa, sul computer perché hanno un impianto visivo, fotografico, illuministico e cromatico meno rilevante. Bisogna passare alla logica della compresenza invece che alla logica dell’alternanza.”

Infine, Canova racconta della sua Milano, una città fortemente colpita dall’emergenza Covid ma che “ha reagito con grande dignità, consapevolezza e serietà. Il problema principale resta quello di rilanciare una comunicazione forte sul capoluogo e sulla Lombardia facendo capire che Milano continua a essere oggi una città aperta."

Il Rettore chiude con un consiglio agli studenti che riprende una frase del grande scienziato Charles Darwin: «Alla fine la specie che sopravvive non è la più forte, non è la più intelligente ma è quella che si adatta meglio al cambiamento». L’augurio è quello di imparare a gestire noi stessi, “adattandoci al cambiamento e rispondendo in modo positivo alle sfide che il cambiamento ci porta.”

Leggi l’intervista completa.