Lo sapevate che nel 2017 il campione mondiale di Go (una sorta di scacchi cinese) è stato battuto da un software, senza che nessuno l’avesse programmato, solamente osservando le partite di altri giocatori?
L’Intelligenza Artificiale (AI, Artificial Intelligence) è una tema sempre più caldo e attuale e sta inondando sempre di più la nostra quotidianità. Non più solo film di “spielberghiana” memoria ma oggetti a noi molto cari come gli smartphone, i computer, le applicazioni. Per esempio, forse non tutti sanno che quando Spotify ci propone playlist in base ai nostri gusti, ad esempio, c’è dietro un algoritmo di AI.
Ma non solo. “Nella sanità l’AI ci ha permesso di
individuare in poco tempo le caratteristiche delle proteine del vaccino
anti-Covid, mentre con i metodi classici ci sarebbero voluti anni – spiega il Prof. Di Fraia, prorettore all’Innovazione e Intelligenza Artificiale IULM e fondatore del Laboratorio di Intelligenza Artificiale del nostro Ateneo, in una bella intervista pubblicata nell'ultimo numero de Il Bullone - Nei
sistemi informatici, invece, riconosce i virus in base a comportamenti anomali
del sistema. Le autovetture a guida autonoma sono guidate da potenti software
AI senza l’interazione dell’uomo. Nei processi produttivi è possibile segnalare
guasti prima che questi avvengano. O ancora i Chatbots, sempre più diffusi,
sono softwares che simulano ed elaborano conversazioni umane, consentendoci di
interagirci come se stessimo comunicando con una persona reale.”
Il Prof. Guido Di Fraia descrive poi nell’articolo i progetti più promettenti di cui il suo laboratorio si sta occupando «Lo scopo dello IULM AI Lab è proprio quello
di disseminare cultura e consapevolezza affinché i cittadini siano consci della
tecnologia che hanno nelle loro mani. Siamo un laboratorio che nasce all’interno
di un’Università che si occupa principalmente di Marketing e Comunicazione
aziendale e quindi le nostre attività rimangono legate a questo. Stiamo
lavorando molto sull’analisi dei dati che consentono di riconoscere i bisogni
delle persone, al fine di sfruttarli in attività di Customer Service o in
ambito pubblicitario. Siamo inoltre focalizzati sulla dislessia, cioè
sull’incapacità di certe persone di costruire mappe cognitive. Li aiutiamo
nello studio così come nell’apprendimento. Un’altra attività è legata alla
costruzione di assistenti virtuali (Assistenti umanizzati) che non abbiano solo
voci umanizzate ma un vero e proprio Avatar con cui possiamo interagire.
Un’altra società con cui stiamo lavorando sta costruendo dei cloni
perfettamente identici alle persone. Ci sarà quindi un Edoardo in formato
digitale che avrà le tue stesse misure antropometriche e che potrà servire in
ambito Marketing così come nel Fashion (potrai farti fare un vestito su misura
senza andare in negozio)».
Leggi a questo link l’intervista completa su Il Bullone (pag. 10).
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Illustrazione di Chiara Bosna