Giovani e quarantena: più famiglia e meno social

Comunicazione - 03 aprile 2020

In questo periodo di quarantena cambia anche la vita in famiglia. Ma cosa resterà di tutto questo quando la pandemia sarà passata e si tornerà alla normalità? In un articolo del Corriere della Sera, il commento del Professore IULM Guido Di Fraia.

In un momento di grande insicurezza, il rapporto genitori figli si rafforza. I figli imparano a conoscere meglio i genitori e a dialogare più con loro. E viceversa. In un sondaggio pubblicato dal portale Homepal su 80 ragazzi milanesi dai 13 ai 22 anni, i giovani affermano di aver «riscoperto» la loro famiglia proprio in queste settimane di reclusione forzata e si mostrano, a sorpresa, sempre più intolleranti verso i social e le piattaforme online. Sei primi giorni di segregazione li hanno passati a scaricare applicazioni come Houseparty e a videochiamare gli amici, col passare dei giorni qualcosa sembra essere cambiato. Dal sondaggio – pubblicato oggi sul Corriere della Sera - emerge che da questa quarantena i giovani stanno imparando a stare soli (25%) e dialogare di più con i genitori (17%) e i fratelli (32%) e che le video chat, senza la presenza fisica, valgono poco (40%). Nonostante soffrano la lontananza da amici e fidanzati, i giovani appaiono capaci di controllo: nove su dieci dicono di seguire rigorosamente le ordinanze dettate dal governo. Genitori e figli iniziano a condividere più momenti insieme come guardare serie tv, commentare i giornali, cucinare. C’è chi, alle videochat, preferisce le chiacchierate al balcone con vicini e amici.

Ma cosa resterà di questo periodo di maggiore profondità e riflessione? Nell'articolo del Corriere della Sera firmato da Elisabetta Andreis, anche il commento del Professor Guido Di Fraia, Prorettore alla Comunicazione e Innovazione e Direttore del Master in Social Media Marketing and Digital Communication «In cattività gli adolescenti stanno rivalutando la relazione con chi fornisce loro sicurezza e mostrando alte soglie di tolleranza» e grazie a essa abbiamo riscoperto valori, anche delle piccole cose, che avevamo dimenticato. Ma gli esseri umani hanno memoria breve: non credo che, ad emergenza passata, continueremo a mettere in atto i buoni propositi di questo periodo. Saremo capaci di dedicare ancora tempo di qualità a chi ci sta vicino?».