Le Fondamenta della nostra cultura

Università - 17 dicembre 2020

In un'intervista pubblicata su Il Giorno il Rettore illustra le nuove iniziative della IULM, tra cui il corso denominato "Fondamenta"

Quali opere si possono considerare imprescindibili per la nostra cultura? Quale romanzo, trattato filosofico, dipinto, composizione musicale, film, opera teatrale, saggio scientifico, poesia ci ha plasmati nel corso del tempo fino a portarci a essere ciò che siamo? È la grande scommessa lanciata dal Rettore della IULM, Professor Gianni Canova e illustrata in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Giorno: costruire una sorta di canone del pensiero e dell'arte occidentale, individuare i pilastri che sorreggono la nostra cultura, le fondamenta del nostro mondo. Fondamenta è appunto il titolo di un progetto assolutamente innovativo che intende porsi come chiave di lettura del presente facendo affidamento sulla tradizione. 

«Abbiamo creato questo nuovo corso non curriculare ma su base volontaria per gli studenti, che possono acquisire punti in più. Sarà accessibile ai cittadini, non solo agli iscritti lULM. Abbiamo fatto un referendum tra docenti per cercare le prime 12 opere imprescindibili ma fondamentali per formare cittadini consapevoli. Si va dall'Antico Testamento alla fondazione economica e politica di Marx e Smith, dal metodo Galileo al diritto romano. Ci sono opere letterarie, musica, pittura, economia e scienza. E c'è Apocalypse Now, il film più citato dai nostri docenti e che ho votato anch'io perché ritengo che sia un film terminale. Coinvolgeremo i massimi esperti nazionali e internazionali». Con queste parole il Rettore ha descritto il progetto ambizioso ma al tempo stesso doveroso: una sorta di "cartografia culturale" che disegni una mappa per orientarci in un'epoca che spesso tende alla superficialità e all'evanescenza, la determinazione delle "pietre angolari" che sorreggono il nostro universo.

Ma non è questa la sola novità che la IULM ha in serbo per i suoi studenti e per i cittadini tutti. Si stanno progettando, infatti, due nuovi Corsi di Laurea, uno triennale in Digital Humanities e uno Magistrale in Intelligenza artificiale, impresa e società, oltre a una serie di Master innovativi. «Abbiamo pensato  prosegue il Rettore  a cinque nuovi master per la prossima primavera. Si va dalla comunicazione sanitaria alla comunicazione del territorio e della filiera agroalimentare. C'è il master per manager dello spettacolo dal vivo, uno dei settori più penalizzati, e uno dedicato al pensiero critico, che preparerà gli studenti non a una professione ma ad avere la mente capace di risolvere problemi e progettare in modo visionario». E ancora l'inaugurazione della nuova sede di Roma in via del Corso, il Museo diffuso della comunicazione e le Olimpiadi della comunicazione

Le parole conclusive dell'intervista rilanciano la vocazione visionaria e proiettata verso il futuro del nostro Ateneo: «È tempo di ricominciare a sognare e rimettere in piedi grandi progetti, anche in un'ottica internazionale»