Digital Gender Hub

Ricerca - 24 giugno 2024

Un progetto di ricerca che mette in evidenza due questioni sulle quali il nostro Ateneo pone da tempo l'accento: quella della tematica gender e quella delle nuove tecnologie digitali. Leggi l'intervista alle responsabili del progetto.

Il progetto di ricerca Digital Gender Hub. Genere, differenze e rappresentazioni nella società digitale evidenzia due questioni sulle quali il nostro Ateneo pone da tempo l'accento: quella della tematica gender - sempre più centrale nel dibattito socio-culturale contemporaneo - e quella delle nuove tecnologie digitali - che ridisegnano incessantemente gli spazi e gli scenari mediali con i quali veniamo a contatto quotidianamente.

In occasione del Pride Milano, abbiamo chiesto alle responsabili del progetto di ricerca, la professoressa Maria Angela Polesana e la ricercatrice Elisabetta Risi, di rispondere ad alcune domande sugli obiettivi del Digital Gender Hub. 

Cos’è il Digital Gender Hub e quali sono i suoi principali obiettivi?

Il Digital Gender Hub (DGH) si propone di essere un punto di riferimento per ricercatrici/ricercatori e docenti dell’Università IULM, che si occupano del binomio gender e media, in particolare digitali, nonché delle connessioni tra genere, cultura e tecnologia, con particolare attenzione alla parità nella formazione e nell’accesso a posizioni lavorative.
L’obiettivo cardine del DGH è quello di creare network sia interno, sia esterno, nell’ottica di coltivare relazioni proficue anche con altri Atenei, italiani e non. Tra gli altri obiettivi vi sono quelli di organizzare seminari e incontri di riflessione, non solo accademici, ma anche coinvolgendo la cittadinanza, le aziende, le scuole; promuovere e sostenere progetti di ricerca teorica ed empirica, di base e su committenza.
Attraverso le iniziative promosse dal Digital Gender Hub vorremmo fare emergere alcune immagini stereotipate del genere, nei media e nella società, spesso rese opache dall'abitudine di fruire un certo tipo di rappresentazione e quindi rendere consapevoli le persone riguardo alla costruzione socio-culturale del genere, in cui i media – in particolare quelli digitali - giocano un ruolo inevitabilmente rilevante.

Perché è importante studiare il binomio "gender e digital" oggi? In che modo il Digital Gender Hub intende affrontare le rappresentazioni di genere nei contenuti digitali?

Affrontare il binomio “gender e digital” è oggi di fondamentale importanza poiché l’esistenza degli individui contemporanei si svolge ormai senza soluzione di continuità tra offline e online, al punto che si parla di vita onlife proprio per sottolineare lo stato di connessione continua che esperiscono. L’identità dei soggetti è dunque anche il frutto delle rappresentazioni del sé all’interno degli spazi digitali, intesi come spazi discorsivi in cui i ruoli associati al genere e alla sessualità rivestono un ruolo centrale e risentono di immaginari condivisi (spesso attraversati da stereotipi e copioni di genere tradizionali), oltreché delle logiche delle piattaforme guidate da algoritmi sovente influenzati dai dati di addestramento che riflettono le disuguaglianze di genere presenti nella società.
L’analisi e lo studio delle rappresentazioni di genere, da diverse prospettive disciplinari, sono importanti per comprendere come certe immagini – soprattutto pubblicate giorno dopo giorno sui social media - possano influenzare le relazioni sociali. Questa analisi è essenziale per promuovere una maggiore uguaglianza delle diverse identità di genere e per sfidare e trasformare narrazioni dannose che perpetuano la discriminazione e l'inequità.

Il ruolo degli algoritmi nella perpetuazione dei pregiudizi di genere è un tema centrale. Come il Digital Gender Hub si propone di studiare e affrontare questi "gender biases" incorporati nei sistemi automatizzati di generazione di contenuti?

Il ruolo degli algoritmi nella perpetuazione dei pregiudizi di genere è centrale perché questi sistemi influenzano una vasta gamma di decisioni e contenuti nella nostra vita quotidiana, dai suggerimenti sui social media ai processi di selezione del personale. Affrontare questi bias è cruciale perché gli algoritmi sono alla base tanto dei social media, quanto nelle emergenti piattaforme di intelligenza artificiale generative. Se gli algoritmi sono addestrati su dati contenenti pregiudizi di genere, possono replicare e persino amplificare questi bias, portando a risultati discriminatori. Le macchine non hanno capacità “pensanti”, per cui anche dietro ChatGPT ci sono modelli algoritmici avanzati che macinano quantità enormi di dati. Basarsi su dati che identificano e che fanno ricadere le persone in una categoria – badante donna, migrante povero, medico uomo, etc. – permette a questi modelli di cercare correlazioni e generare output che sono il prodotto di dinamiche sociali e relazioni di potere.
Se non si interviene per identificare e aumentare la consapevolezza della cittadinanza rispetto ai pregiudizi di genere negli algoritmi, si rischia di “dare per scontate” le disuguaglianze esistenti, alimentando nuove forme di discriminazione. Il DGH sta attivando progetti di ricerca, incontri e iniziative divulgative volte ad approfondire queste tematiche, stimolando al pensiero critico e alla cognizione di come la tecnologia non sia neutra, ma debba essere problematizzata se vogliamo che non ri-produca disuguaglianze sociali basate sul genere.

Qual è l'importanza di un progetto come il Digital Gender Hub in un'università come la IULM?

La mission dell’Università IULM è non soltanto la ricerca e la formazione degli studenti, ma anche l’interscambio continuo con il mondo delle aziende e con la città, o meglio la cittadinanza. La IULM non è mai stata un’entità isolata: attraverso numerose iniziative, ha stabilito un dialogo vivo e proficuo anche con il territorio.
Sviluppare un progetto come il DGH significa dunque svolgere appieno il proprio ruolo educativo aiutando non solo i propri studenti ma la comunità tutta a prendere consapevolezza del ruolo che gli attuali spazi digitali della vita pubblica (social media, Metaverso), gli attori (utenti e social media influencer), i repertori dell’azione e i discorsi mediali rivestono nella costruzione e nello sviluppo di rappresentazioni di genere, e più in generale di gender. La ricostruzione della rappresentazione dei temi connessi al genere nelle culture digitali, in un momento delicato del dibattito istituzionale (nazionale e internazionale), rispetto al gender, intende costituire la base per azioni volte al favorire una maggiore presa di coscienza e opinione su questi temi da parte della comunità scientifica, della cittadinanza e del mondo imprenditoriale.

A ottobre si terrà un convegno dedicato alla cultura di genere. Quali temi verranno trattati e quali risultati del Digital Gender Hub verranno presentati in questa occasione?

Il convegno, intitolato “Gender Cultures. Convegno multidisciplinare sulle culture di genere” avrà luogo in due giornate e cioè il 23 e il 24 ottobre 2024. Tra i temi che verranno trattati, ricordiamo: l’analisi del ruolo dei media, con un’attenzione particolare all’ecosistema dei media digitali nella legittimazione o sovversione delle rappresentazioni e dei ruoli di genere; lo studio del genere nella prospettiva della gestione strategica delle diversità nelle organizzazioni; l’analisi del ruolo della statistica nel comprendere il gender gap; le immagini del genere nelle arti, nel teatro, nel cinema, etc.

La pubblicazione di questa intervista coincide con la settimana in cui si terrà il Pride Milano. Qual è il messaggio del Digital Gender Hub in occasione di questo evento?

Il Pride è una rilevante manifestazione pubblica che rivendica i diritti delle soggettività LGBTQIA+ e di ogni identità di genere. È importante considerare il genere come una costruzione sociale, che ha un carattere performativo: il Digital Gender Hub, attraverso la molteplicità di voci delle/gli studiose/i che si stanno confrontando su questo tema, intende promuovere una cultura inclusiva, un approccio che intercetti e lavori per superare le rappresentazioni stereotipate che sono ancora presenti all’interno di apparentemente innovativi spazi di comunicazione, tra cui gli ambienti digitali.
Il messaggio che il DGH vuole lanciare in occasione del Pride di Milano è quello di diffondere e coltivare un pensiero critico rispetto alle tematiche di genere, provando a lavorare di concerto (e interdisciplinarmente) in direzione di una educazione all’apertura e alla con-vivenza, per costruire una società giusta e come tale sostenibile perché inclusiva delle diverse identità di genere e sessuali.