William Shakespeare e il teatro moderno - Nadia Fusini

William Shakespeare e il teatro moderno - Nadia Fusini

Il video contiene citazioni, riproduzioni, traduzioni e l’adattamento di brani o di parti di opere e di altri materiali esclusivamente per finalità illustrative ad uso didattico, ai sensi della L. n. 633/ 1941

Abstract

Se Shakespeare è davvero quel tale William, battezzato a Stratford upon Avon, nelle Midlands, il 26 aprile del 1564, che all’età di 52 anni, sempre a Stratford upon Avon, morì il 23 aprile del 1616, a lui, scrittore di teatro e poeta, della cui vita privata non sappiamo poi molto, ma che identifichiamo con un corpus di opere fondamentali alla nostra tradizione letteraria, bene, proprio a lui riconosciamo il titolo di ‘inventore del teatro moderno’. Anzi, di ‘inventore’ della nostra stessa idea di umanità, come ebbe a dire un suo lettore ‘forte’, Samuel Johnson, il quale già nel Settecento gli riservò questo tributo, definendolo appunto l’‘inventore dell’umano’. Riconoscimento con cui un altro grande critico, a noi contemporaneo, e cioè Harold Bloom, concorda. Il che significa, più o meno, che se siamo quel che siamo è perché Shakespeare, in molti modi, ci è padre, e dalla lontananza di una paternità tutta spirituale e immaginaria, ci offre una galleria di tipi umani che sono nel tempo diventati icone del nostro mondo immaginario. E della nostra coscienza. E cioè, personae, o caratteri, che partecipano della nostra vita e ricorrono nei nostri discorsi, perché riconosciamo in loro emozioni che sono le nostre, magari diverse, eppure medesime; come quando diciamo “non fare l’amletico” a qualcuno che dubita, o “non sarai mica geloso come Otello”, a qualcuno che sospetta della fedeltà della sua donna, o “sei più cattivo di Iago” a qualcuno la cui malignità non riusciamo a spiegarci. Con ciò non si dovrà intendere che Shakespeare sia un ‘classico’; piuttosto, Shakespeare è e sempre sarà ‘popolare’. Non è certo l’accademia ad avere ‘salvato’ Shakespeare; è il teatro, è il cinema. O se volete, è la sua immensa capacità di interpretare le passioni umane a rendere ‘universale’ il patrimonio di personaggi e di trame e invenzioni che costituiscono l’eredità shakespeariana.

Bibliografia essenziale

  • Harold Bloom, Shakespeare, the invention of the human, anche in italiano presso Rizzoli
  • Frank Kermode, Shakespeare’s Language, anche in italiano presso Bompiani

Biografia

Nadia Fusini è scrittrice, critica letteraria e traduttrice. Attualmente è Professoressa di Letterature comparate presso il Sum, Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze. Ha tradotto e commentato molti autori, tra cui V. Woolf, J. Keats, Shakespeare, S. Beckett, M. Shelley.

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