“Lavoriamo da subito per la didattica in presenza e in sicurezza”. Questo l’appello che i rappresentanti degli studenti della Lombardia hanno firmato per chiedere a Governo, Regioni e università una strategia di ripresa basata su test e vaccini per riaprire gli atenei. Il documento si intitola #FuturoAperto ed è firmato da oltre 50 rappresentanti degli studenti, eletti negli organi di governo delle università lombarde e nel Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.
L’appello circola come petizione online e si rivolge a Governo, Regioni e Università, a cui i rappresentanti chiedono “una vaccinazione del personale universitario effettuata in tempi rapidi e una campagna costante e massiva di test diagnostici della popolazione studentesca”.
“La scienza è alleata delle giovani generazioni nel
consentire loro di tornare a vivere l’Università”, scrivono i promotori, che richiamano il ruolo della formazione nella ripresa dalla crisi e l’impatto psicologico delle chiusure dimostrato sui giovani adulti.
“Usando insieme vaccini e tamponi possiamo lavorare da
subito per una didattica in presenza e in sicurezza” afferma Enzo Cartaregia, componente del Comitato Regionale di Coordinamento Universitario della Lombardia e studente IULM, che è portavoce dell’iniziativa. “Bisogna portare proprio
dentro gli atenei la diagnostica del coronavirus, assicurandosi che tutte le
Regioni accelerino con la vaccinazione del personale”. “Questo appello parte dalla Lombardia: bene
che l’assessore Letizia Moratti” - commenta - “abbia preso in carico, in queste
ore, proprio una delle nostre richieste, annunciando l’avvio della vaccinazione
di docenti e personale-tecnico amministrativo. Non è però abbastanza: un
investimento straordinario in screening è fondamentale per favorire un
ampliamento della didattica in presenza, mentre i vaccini faranno il loro
effetto. Crediamo il ministro Roberto Speranza possa riconoscere l’utilità
delle nostre proposte per l’intero sistema di sorveglianza del contagio, anche
al di fuori degli atenei”.
“Avanziamo richieste che sono al servizio degli studenti, ma
soprattutto del Paese. Il ministro Maria Cristina Messa e il presidente della
CRUI, Ferruccio Resta” - conclude Cartaregia - “sanno meglio di chiunque altro
quanto l’Italia abbia bisogno di università aperte e giovani formati al massimo
delle possibilità. Il momento adeguato per pensare a un ‘futuro aperto’ è
esattamente questo”.