Nuovi turisti per un nuovo viaggiare

Cultura - 02 luglio 2020

Da semplice turista a viaggiatore. Ecco come cambierà il nostro modo di viaggiare. L'intervista a Maria Angela Polesana, professoressa IULM di Sociologia e psicologia del turismo.

Il Covid ha cambiato il turismo. La paura della pandemia ci sta infatti rendendo turisti più consapevoli, più responsabili, più rispettosi nei confronti degli altri e dei luoghi visitati.

Ne ha parlato questa mattina, alla trasmissione radiofonica Radio Anch’io (Rai radio 1), Maria Angela Polesana - professoressa IULM di Sociologia e psicologia del turismo - che spiega: “Il turismo post covid sarà senz’altro un turismo slow che ci imporrà ritmi più lenti e più riflessivi. Nel viaggio il turista ricercherà sempre di più un accrescimento culturale e personale. Sarà sempre di più un viaggiatore più che un semplice turista”.

A farsi strada è anche la speranza di un turismo sempre più ecosostenibile: le persone – anche a causa di quanto abbiamo vissuto in questi mesi difficili – si stanno rendendo maggiormente conto dell’importanza della salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo e sono alla ricerca di esperienze che le mettano a contatto con la natura e la cultura dei luoghi che visitano. Sarà sempre di più un turismo esperienziale quello che vivremo in futuro. Da un sondaggio condotto da TripAdvisor risulta infatti che i turisti non si accontentano più del viaggio tradizionale. Il 71% degli intervistati parte in viaggio per “allargare i propri orizzonti”, il 55% per “cercare esperienze uniche interessanti”, il 44% “per arricchire le proprie conoscenze culturali” e il 36% desidera “calarsi nella cultura locale”. “È in corso una vera e propria rivoluzione sociologica – continua la professoressa – Il turista di oggi vuole essere educato attraverso le esperienze di viaggio, vuole cambiare e migliorare il suo rapporto con gli altri e con l’ambiente che lo circonda”.

E sulla questione del calo del settore a causa della pandemia, la professoressa risponde così: “Il calo c’è stato e questo è inevitabile. Ovvio che la paura del contagio ha inciso e inciderà sulle nostre vacanze ora e in futuro. Ma credo che tutto questo sia stato anche una conseguenza del generale stato di confusione che ha contraddistinto la comunicazione di questa emergenza. La paura è stata sostenuta dai media e tutti noi ci siamo trovati impossibilitati dal trovare notizie e indicazioni certe su come gestire il tutto. A questo punto, quello che sicuramente può fare chi lavora nel settore turistico è garantire una sicurezza sempre maggiore anche attraverso l’uso delle tecnologie, così da accrescere la fiducia del viaggiatore nei confronti del luogo che si appresta a visitare.”