Michele Placido ospite in IULM il 2 novembre per presentare il suo ultimo film: "L’ombra di Caravaggio"

Cinema - Data pubblicazione 21 ottobre 2022 - Data evento 02 novembre 2022

Il 2 novembre Michele Placido è stato ospite in IULM per presentare il suo ultimo film da regista "L’ombra di Caravaggio"


Rockstar ante litteram, artista maledetto dal talento sconfinato, personaggio di culto: il Caravaggio, che ha il volto di Riccardo Scamarcio e che Michele Placido porta in scena nella sua ultima fatica L’ombra di Caravaggio. Sono stati necessari ben quattro anni di lavorazione per confezionare il film che Placido sognava di fare da quando, nel 1968, appena arrivato a Roma, trascorreva i pomeriggi a Campo de’ Fiori insieme ai suoi colleghi dell’Accademia. Le suggestioni della grande città, la sua storia, la vicenda di Giordano Bruno, accendevano discussioni sul filosofo e sulla sua epoca e disegnavano sogni su futuri progetti che avevano come cornice quel periodo storico e quella città teatro del mondo, in cui papato, nobiltà e suburra convivevano e in cui Caravaggio cercava il suo spazio.

Cinquantaquattro anni dopo, Placido ci consegna un racconto cinematografico che restituisce tutta l’autenticità dell’artista con i suoi vizi e le sue virtù, la sua profonda e viscerale umanità e allo stesso tempo tutta la verità della sua epoca, con i suoi odori e sapori, lontano da ogni patina scolastica o accademica. Un racconto cinematografico in linea con l’urgenza di verità del pittore che durante un processo aveva apertamente e pubblicamente dichiarato: “Io cerco il vero”.

In occasione della presentazione in IULM, il regista ha dialogato col Rettore Prof. Gianni Canova e si è in seguito prestato a un dibattito, rispondendo alle domande del pubblico presente in Auditorium.

La sensazione che si ha, guardando il film, è che Caravaggio abbia ispirato non solo il racconto, ma anche l'immagine. È così?

"Assolutamente. Nella costruzione delle scene ritratte Caravaggio è stato un vero e proprio regista, forse il primo. Il lavoro del direttore della fotografia Michele D'Attanasio - che tra gli altri ha collaborato con Nanni Moretti, Mario Martone, Gabriele Mainetti - è stato in questo senso straordinario."

Il film si intitola L'ombra di Caravaggio, non Caravaggio. Quasi a dare dignità narrativa all'inquisitore che segue l'artista, un personaggio in realtà inventato.

"Noi facciamo cinema, quindi bisogna far lavorare anche un po' la fantasia. Con Sandro Petraglia avevamo già scritto insieme (Romanzo Criminale, Pummaró) e abbiamo studiato molto prima di procedere alla sceneggiatura: ci sembrava quasi impossibile creare una drammaturgia su Caravaggio, perché ha avuto una vita così piena. Il suo enorme talento era sotto gli occhi di tutti già all'epoca, ma per arrivare a produrre un film su di lui ci volevano delle verità molto più profonde rispetto all'estetica della luce. Per cui ci siamo detti: dobbiamo creare un personaggio ombra, che viene indicato dal Papa per inquisirlo. E che davanti alle opere di Caravaggio è il primo ad emozionarsi, nonostante debba compiere il proprio lavoro. Dietro ogni quadro di questo artista si nasconde un segreto: lui nella notte fuggiva nella suburra romana per trovare i modelli che poi dirigeva nelle proprie scene: prostitute, truffatori, morti di fame che trasformava in sante e santi. E l'ombra va a interrogare proprio questi personaggi."

È un film anche un po' autobiografico?

"Sì. Avevo 18 anni quando ho conosciuto Caravaggio: mi sono innamorato di lui attraverso Giordano Bruno, perché a Roma stavo spesso a Campo de' Fiori, e non potevi non parlare di Bruno, che lì è stato condannato. A introdurmi a Caravaggio fu un ragazzo che divenne presto mio amico: fu lui il primo a portarmi a vedere i suoi dipinti, e ricordo che guardandoli si commuoveva."

La scelta di utilizzare alcuni rapper come attori è stata pensata per avvicinare i giovani all'opera?

"In realtà la cosa straordinaria è che io non conosco quel mondo musicale. Ho fatto un provino a Salmo per il ruolo di Caravaggio, per il quale volevo una rockstar. Lui era entusiasta. È stato un peccato che abbia dovuto rinunciare per i suoi impegni con le tournée. Tedua seppe del provino di Salmo e mi fece chiamare dal suo agente, chiedendo se ci fosse una piccola parte anche per lui perché, disse, amava Caravaggio."

Qual è stata la maggior difficoltà nel realizzare questo film?

"Farsi produrre. Era da anni che non si spendevano tanti soldi per un film italiano: circa 13 milioni di euro. Diversi grandi produttori hanno rifiutato il progetto, perché il problema del cinema italiano è che non si vuole rischiare. La verità è invece opposta: se si crede in qualcosa, bisogna essere disposti a rischiare tutto per portarlo a termine."

Sembra esserci più di un'analogia tra Caravaggio e Pasolini. Cosa ci può dire da questo punto di vista?

"Che è vero: entrambi sono artisti che si sono trasferiti a Roma per la propria arte. Ed entrambi, nonostante frequentassero gli ambienti culturali e i palazzi della Roma bene, si ritiravano poi tra i poveri, nelle borgate. È lì che trovavano la propria ispirazione."

All'annuncio della produzione del film, e prima che fosse comunicato il cast, mi chiedevo che ruolo avrebbe interpretato lei, e quale avrebbe voluto interpretare.

"Ovviamente mi sarebbe piaciuto interpretare Caravaggio, ma per ragioni anagrafiche non potevo. Ma mi piaceva molto anche il personaggio del Cardinale Del Monte: così delicato, così innamorato dell'arte, anche dissoluto, se vogliamo. Lui era veramente un buono. Ha donato al Seicento tantissimi artisti e musicisti. È per questo che ho scelto il suo personaggio."

Che pubblico si aspetta, considerando il costo così importante per la realizzazione di questo film?

"Ci aspettiamo che il passaparola della critica e degli spettatori porti in sala più persone possibili. Il film sarà in 450 sale, il massimo che potevamo aspettarci. Vuol dire che distributori ed esercenti ci credono. Per promuoverlo, inoltre, faremo un tour nei musei e nelle gallerie d'arte."

A quale altro film vorrebbe lavorare in futuro?

"I co-produttori francesi si sono interessati molto al personaggio di Giordano Bruno, e mi hanno già proposto di fare un film su di lui."