Italia in bici: scenari, protagonisti e indotto

Sostenibilità - Data pubblicazione 18 marzo 2022 - Data evento

Repower e IULM raccontano il cicloturismo e le sue grandi potenzialità. Il report è stato presentato il 17 marzo in IULM.

La bicicletta si impone sempre più come solida alternativa di mobilità sostenibile e, negli ultimi anni, abbiamo assistito anche alla sua definitiva esplosione come esperienza centrale del prodotto turistico, sia in Italia che in altri Paesi. Proprio il cicloturismo è al centro della prima edizione del report “Italia in Bici: scenari, protagonisti e indotto”, realizzato da Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, in collaborazione con l’Università IULM e presentato il 17 marzo.

L’evento è stato introdotto dal Rettore Prof. Gianni Canova e da Fabio Bocchiola, AD di Repower Italia. L’intervento dell’amministratore delegato si è concentrato innanzitutto sulle conseguenze dell’attuale conflitto russo-ucraino, sottolineando che “siamo sempre stati abituati a pagare pochissimo l’energia, e solo ora ci rendiamo conto di quanto costa e quanto sia preziosa”. Proseguendo, Bocchiola ha fatto notare che in un contesto di questo tipo la bicicletta tradizionale ritorna in auge, mentre quella a pedalata assistita diventa un mezzo non futuristico, ma del presente. “Ma la ciclovia va definita: c’è bisogno di creare una mappa territoriale per il ciclista, composta non solo da infrastrutture ma da elementi digitali.”

L’incontro è proseguito con l’intervento della Prof.ssa Stefania Romenti, delegata alla Sostenibilità e alla Social Responsibility presso l’Università IULM, che ha descritto i punti chiave del report:

  • Comunicazione: il report è basato su dati scientifici, sul riferimento a fonti diverse e su contenuti forti. Non si tratta di mera promozione commerciale, ma di comunicazione corporate che coinvolge gli aspetti “sociali” dell’azienda.
  • Filosofia: il pubblico vuole sapere come operano le aziende, il loro approccio, il valore di fondo. L’obiettivo è quello di trasmettere non solo quello che si fa, ma i benefici apportati al settore.
  • Persone: per lo sviluppo di una ciclovia, è fondamentale costruire relazioni col territorio e la comunità. Queste partnership non possono essere realizzate spontaneamente, ma vanno sviluppate in maniera professionale.
  • Ascolto: considerata la presenza di diverse tipologie di cicloturisti, l’ascolto è fondamentale, soprattutto in relazione al territorio su cui vogliamo lavorare.
  • Sostenibilità: ambientale, ma anche sociale. È necessario comunicare in modo sostenibile la qualità ma soprattutto la sicurezza della ciclovia.
    Martha Friel, ricercatrice di Economia e Gestione delle imprese presso l’Università IULM, ha quindi fornito una panoramica del report, introducendo i suoi obiettivi: dare una dimensione del mondo della bicicletta, per poi approfondire il mondo del cicloturismo e come questo favorisca la valorizzazione del territorio.

Concentrarsi in seguito sulla domanda, descrivendo un identikit tipo del ciclista e del cicloturista, e sull’offerta dei territori italiani: “L’Italia ha le carte in regola per essere una destinazione unica per le ciclovie” afferma Friel, “che inoltre possono favorire il turismo verso destinazioni minori, meno toccate da altri mezzi di trasporto”. Si prosegue poi con l’identificazione sia degli stakeholder che partecipano alla composizione dell’offerta, che delle modalità per creare e promuovere l’offerta cicloturistica: guardare alle esigenze delle diverse tipologie di cicloturista, creando dei pacchetti di offerta attrattivi che includano ciclovie attrezzate, segnaletica, bike hotel e itinerari coerenti. Soffermandosi infine sullo sviluppo di relazioni con tour operator, agenzie e platform economy del turismo.
Aspetti evidenziati anche nel decalogo stilato per la realizzazione della “ciclovia perfetta”: sicurezza, adattabilità e varietà, infrastrutture, rispetto per l’ambiente e l’identità del territorio, attrattività, comunicazione adeguata, sviluppo turistico e utilizzo di risorse locali.

L’incontro ha visto poi l’intervento di Marco Mazzei, Presidente della Sottocommissione Mobilità attiva e accessibilità del Comune di Milano, che ha ricordato come negli ultimi anni siano nati molti itinerari urbani che permettono di scoprire la città da punti di vista nuovi. “La vera sfida al tema - ha precisato Mazzei - è però principalmente una: l’automobile. Se non ci fossero le auto, non ci sarebbe nemmeno bisogno di ciclovie, perché le abbiamo già: sono le strade. Dobbiamo smontare l’idea delle città costruite solo sulle necessità di chi si muove in automobile: la strada è un bene comune e dev’essere distribuito diversamente e più equamente.”

Infine è intervenuto Paolo Bettini, ex ciclista e campione olimpico, che ha innanzitutto ricordato come l’Italia a fine anni ‘90 e inizio anni 2000 fosse il cuore del ciclismo mondiale: “Grandissime aziende avevano grandissime squadre che dominavano in tutto il mondo, mentre oggi non abbiamo più squadre di prima fascia. Questo sport - ha proseguito Bettini - è un’opportunità enorme per le imprese: se nel calcio i tifosi ricordano il club, nel ciclismo ricordano lo sponsor”. L’ex sportivo ha poi insistito sulla necessità di creare una “cultura della bicicletta”, ricordando come le grandi città italiane, quasi tutte in pianura, siano naturalmente predisposte ad essere percorse in bici.

L’evidenza, dunque, è quella di un fenomeno non più passeggero, che rappresenta una grande opportunità per l’offerta turistica e che deve partire da un nuovo dato di fatto: la digitalizzazione del ciclista e del cicloturista.