Infodemia e il ruolo informativo dei social media

Comunicazione - 13 marzo 2020

Fake news e social media: come affrontare l'infodemia quotidiana e riconsocere le fonti

Nella situazione di emergenza in cui ci troviamo, il ruolo informativo svolto dai social media ha un peso molto rilevante sul nostro umore, sulla ricezione delle direttive e, in molti casi, sulla loro applicazione.

Molto spesso rimane prerogativa del singolo controllare la veridicità della fonte da cui tali informazioni provengono. Questo però può risultare difficoltoso anche per le nuove generazioni, i cosiddetti nativi digitali. Ecco perché il nuovo studio della Fondazione Bruno Kessler, al quale ha partecipato anche il Professore IULM Pierluigi Sacco, è tanto importante quanto utile. Fornisce infatti un quadro attualmente unico a livello mondiale sulla relazione tra l’evoluzione dell’epidemia di Covid-19 e le dinamiche informative sui social media. La piattaforma online di FBK, consultabile qui: https://covid19obs.fbk.eu/, permette agli utenti di districare la confusa matassa virtuale che quotidianamente siamo costretti ad affrontare, tentando di districarci tra fake news e verità.

All’interno dell’analisi, che raccoglie i dati dell’intero arco temporale dell’epidemia da covid19 e basata sulle conversazioni pubbliche su Twitter, il team diretto da Manlio De Domenico, fisico dei sistemi complessi e responsabile dell’Unità CoMuNe Lab alla Fondazione Bruno Kessler di Trento, mette a disposizione questa risorsa al fine di semplificare la comprensione in una situazione di grave emergenza sociale come quella attuale.
Il trend individuato nel caso del nostro Paese vede, come spiega De Domenico, “un aumento rapido e insolito dell’attività di soggetti umani e agenti artificiali, i cosiddetti bot sociali, volta a diffondere informazioni non verificate e ascrivibili a varie categorie di fake news nel periodo precedente alla diffusione del contagio”. De Domenico descrivere tale fenomeno mediatico come infodemia, “ovvero a una propagazione incontrollata di informazioni dalla elevata pericolosità sociale”.
Lo studio rivela però, in coincidenza con l’arrivo dell’epidemia all’interno del Paese, una maggiore selettività da parte degli utenti che tendono a verificare con più attenzione la fonte delle notizie.

Risulta a questo punto naturale connettere le due “epidemie” attraverso un efficace parallelismo, come spiega il nostro docente Pier Luigi Sacco, ricercatore FBK esperto in politiche pubbliche e faculty associate presso il Berkman Center for Internet & Society : “Le infodemie sono l’equivalente socio-cognitivo dei processi infettivi. Diffondere informazioni o idee che, nel corso di una crisi sanitaria, fuorviano sistematicamente l’opinione pubblica e la inducono a mettere in atto scelte sbagliate diviene un problema di salute”. “L’infodemia presenterebbe quindi caratteristiche molto simili a quelle di un’epidemia, con milioni di utenti ignari di essere esposti a notizie poco affidabili messe in rete da manipolatori sociali non necessariamente umani.
Dunque, come diligentemente stiamo facendo in questi giorni di quarantena, proteggersi da organismi dannosi, siano essi un virus o un’informazione di dubbia provenienza, è l’unico modo per fermarne la diffusione nel nostro mondo così vulnerabile, reale o virtuale che sia.