The Young, the Restless and Some Modern Families

Responsabile: Prof. Fabio Vittorini

Gender, generi, ruoli familiari e trame intergenerazionali nella narrativa letteraria e mediale contemporanea
Anno 2020

Dave de L’opera struggente di un formidabile genio (2000, Dave Eggers), Cal/liope di Middlesex (2002, Jeffrey Eugenides), Oskar di Molto forte, incredibilmente vicino (2005, Jonathan Safran Foer), il bambino de La strada (2004, Cormac McCarthy), Buster di Rabbia (2006, Chuck Palahniuk), Jack di The Tree of Life (2012, Terrence Malick), i figli di Desperate Housewives (2004-2012, Marc Cherry), Kitty-Tommy-Sarah-Kevin-Justin di Brothers & Sisters (2006-2011, Jon Robin Baitz), Randall/Kate/Kevin della serie tv This Is Us (2016-in corso, Dan Fogelman), ma anche David di A.I. Intelligenza artificiale (2001, Steven Spielberg), Marcus di Hereafter (2010, Clint Eastwood), Suzy e Sam di Moonrise Kingdom (2012, Wes Anderson), Theo de Il Cardellino (2013, Donna Tartt), Sam di Birdman o L’imprevedibile virtù dell’ignoranza (2014, Alejandro Iñárritu). In un contrappunto più o meno consapevole e costante con il tratto patriarcale/familistico dell’epos moderno (il bildungsroman ottocentesco, il western, Hemingway, Faulkner, Steinbeck, Wolfe, Caldwell, Ford, Wyler, Kazan) e con le sue riprese metamoderne (Il Padrino [1972-1990, Francis Ford Coppola], Mystic River [2003, Eastwood], Il petroliere [2007, Paul Thomas Anderson] ecc.), nell’alveo della familiarità colloidale, esplosa e paradossale della narrativa più recente (Underworld [1997, Don DeLillo], America oggi [1992, Robert Altman], Magnolia [1999, P.T. Anderson], Le correzioni [2002, Jonathan Franzen], La fortezza della solitudine [2001, Joanathan Lethem], Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay [2002, Michael Chabon], Mi raccomando: tutti vestiti bene [2004, David Sedaris], Onora il padre e la madre [2007, Sidney Lumet], Libertà [2010, Franzen] o Uomini si diventa, [2010, Chabon) e di una ritrovata attrazione verso le procedure narrative del genere coming-of-age, discendente del romanzo di formazione (Vecchi a mezzanotte [2001, Chaim Potok], Ruggine americana [2009, Philipp Meyer], Sunnyside [2010, Glen David Gold], Punto Omega [2010, DeLillo], Alta definizione [2012, Adam Wilson], Tutto quel che è la vita [2013, James Salter], Grand Budapest Hotel [2014, W. Anderson]), si delinea un avamposto della narrativa letteraria e audiovisiva degli ultimi venti anni che, abbattuto il limite dell’autocrazia narcisistica, autoreferenziale, solipsistica e nichilista dei soggetti narranti/narrati del tardo postmoderno, figli unici di un mondo che rifiutano sostituendolo con le proprie fantasie, torna a rimettere problematicamente al centro le relazioni tra i sessi, tra genitori e figli, tra generazioni. Relazioni spesso lacunose o superfetanti, oblique o dirette, raccontate problematizzando assenze o iperpresenze, modelli mancanti o cliché mortiferi.

Il progetto di ricerca indaga le forme e i contenuti di questa narrativa con un approccio interdisciplinare, a caccia di modelli, invarianti, tendenze e chiavi di lettura che aiutino a gettare luce su una questione fondamentale nella definizione e nello sviluppo delle strutture identitarie e sociali dell’Occidente contemporaneo.