Medea e le altre. Le figure del materno tra antico e contemporaneo

Responsabile: Patrizia Landi

Anno 2023

Il progetto ha voluto ampliare la prospettiva di indagine rispetto all’archetipico tema della maternità. La figura della madre, centrale per la definizione del femminile e persino della divinità, spesso espressione della fertilità e della fecondità della Terra, sin dal mondo classico è stata declinata tramite differenti tipologie: la madre dello stato, la madre assassina, la madre affettiva, la madre scaltra, la madre sterile, la madre adottiva, la madre privata dei figli, la madre vendicativa, la madre impedita a diventare madre,… Una madre che spesso, benché terribile come la Medea di Euripide, manifesta la sua dimensione più profonda nel pianto e nel dolore. Tutte queste ‘madri’ antiche sono giunte sino alla cultura odierna attraverso narrazioni e contronarrazioni di vario genere, grazie alla loro ri-mediazione nello spazio contemporaneo di scrittura e di pensiero.

Il progetto di ricerca ha dunque esplorato la dimensione del materno nelle sue diverse articolazioni strutturali, alla luce delle rimodulazioni e transmediazioni contemporanee, in una prospettiva crossculturale. L’approccio utilizzato è stato di tipo interdisciplinare: partendo dalla centralità delle arti letterarie visive e musicali, si è appoggiato sull’apporto sostanziale dell’estetica e della filosofia, tramite un percorso naturalmente diacronico iniziato con i miti fondativi e la tragedia greca: così la potenza espressiva sprigionata dalle innumerevoli figure di madri ha permesso di leggere in filigrana la possibilità di un altro ordine rispetto a quello maschile, ponendosi come obiettivo quello di mostrarne non soltanto la vivace presenza nella scena contemporanea, quanto quello di intendere la figura della madre partendo dai modelli offerti dalla classicità come un’utile euristica per la comprensione delle dinamiche conflittuali del presente che vedono nel ruolo della donna e delle questioni ad esso collegate il perno per l’elaborazione di un’etica della differenza sessuale volta ad orientare politiche di genere.