Anno 2020
L’opera omnia di Giovanni Papini (1881-1956) scrittore, filosofo, poeta e polemista fiorentino è stata indagata principalmente dagli storici della letteratura e della cultura europea a cavallo tra la fine del secolo XIX e il secolo XX. In un suo scritto autografo, inedito, di incerta datazione (primi del ‘900), intitolato facendo riferimento alla Divina Commedia “Il visibile parlare” egli elencava, come spesso era solito fare, una serie di argomenti su cui era intenzionato a scrivere: rutratti, maschere, le belve nell’arte (dai leoni egiziani ai modernissimi); I Cesari. Il possibile volume, che si preannunciava una sorta di storia letteraria del volto e della sua rappresentazione, sul filo delle arti visive, così ipotizzato non giunse mai alla luce. Filologicamente, a ben guardare, gli argomenti dell’elenco sono tuttavia spesso presenti nella vasta produzione papiniana.
Papini ebbe una smisurata passione per le arti visive e per i libri figurati, corroborata da una notevole conoscenza dell’arte del passato e del suo presente, a cui associava una singolare forma di gusto per il collezionismo, che andava dall’antico al contemporaneo, passando per le arti non europee. I rapporti con i pittori, tra cui il sodalizio con Ardengo Soffici (pittore-letterato) per citare il principale, si collocava nell’alveo naturale e di antica origine che egli viveva nello spirito dell’unità delle arti e del pensiero. Letteratura e pittura, testi e immagini, pensiero e produzione artistica considerati imprescindibilmente come un unicum in cui esprimere il proprio essere.
Papini non fu pittore di pennello, incisore o scultore di materia, ma scrisse di pittura e scultura, si avvaleva di incisori, fotografi e pittori per le riviste da lui fondate, per le opere che pubblicò; teorizzò sulle arti visive scrivendo tra i primi sul cinema, linguaggio da poco affacciatosi sulla ribalta delle arti. Recenti sono alcune ricerche sulla produzione di sceneggiature di film mai realizzati sulle figure di Santa Chiara – San Francesco. Paradossalmente il Papini scrittore d’arte visiva non è mai stato approfonditamente indagato nella sua complessità dagli storici della critica dell’arte del ‘900, pur imbattutisi spesso nella sua personalità artistica. Considerato forse a torto territorio degli studi accademici principalmente letterari e della storia del pensiero antropologico e filosofico.
A tutt’oggi manca un’articolata antologia critica sulla produzione del Papini scrittore d’art.
Per i 140 anni dalla nascita dello scrittore (1881-2021) il progetto propone una ampia ricognizione a tappe nella prospettiva del côté “visivo” del “parlare” papiniano, che coinvolge storici dell’arte e della critica artistica, del cinema e della letteratura.