L’identità tra mente e oggetto – Verso un superamento del dualismo psicofisico

Responsabile: Riccardo Manzotti

Anno 2019

Il problema più grande delle neuroscienze oggi è il problema dell’esperienza cosciente (Crick 1994- Chalmers 1996). Nessuno sa come l’attività neurale si trasformi o produca l’esperienza cosciente che pure è il cuore della nostra esistenza. Da dove vengono i colori, le immagini, le sensazioni che popolano la nostra vita?

Per risolvere problemi apparentemente impossibili – ammoniva Albert Einstein – è necessario avanzare ipotesi radicali che ribaltino il quadro concettuale esistente che, almeno finora, si è rivelato incapace di individuare alcuna soluzione. In questo spirito, il progetto prende le mosse da una ipotesi innovativa e originale circa la natura della coscienza. L’ipotesi consiste nel cercare le basi fisiche della coscienza invece che all’interno del corpo o del sistema nervoso, all’esterno, negli oggetti fisici che circondano il corpo.

Nel caso più semplice, la percezione diretta di un oggetto esistente, l’ipotesi considera la possibilità che la base fisica costitutiva dell’espreinza dell’oggetto sia l’oggetto stesso. Il ruolo del corpo (sistema nervoso e cervello inclusi) non sarebbe più quello di costituire la base fisica della coscienza, bensì quello di fornire le condizioni di esistenza che attualizzano gli oggetti esterni. Che cosa è la coscienza? La coscienza sarebbe l’insieme di oggetti che esistono relativamente a un particolare corpo. Questa ipotesi è definita l’ipotesi dell’identità mente-oggetto.

Il progetto vede la collaborazione di numerosi colleghi nazionali e internazionali, tra cui Alex Byrne, Dept. Of Philosophy, MIT; Ron Chrysley, Cognitive Science, University of Sussex; Paalvo Pylkannen, Dept. of Physics, Skovde; Antonio Chella, Dipartimento di Informatica, Palermo; Pietro Perconti, Dipartimento di Scienze Umane, Università di Catania. L’ipotesi è stata presentata in diversi volumi tradotti in numerose lingue e è al centro di un numero monografico della rivista Frontiers of Psychology. L’ipotesi è in corso di presentazione in numerosi convegni internazionali e nazionali.