Anno 2019
La complessità del nesso tra confini, frontiere e migrazioni negli scenari globali contemporanei ci mette di fronte all’urgenza di ripensare criticamente concetti chiave dell’antropologia, della storia globale e, più generalmente, delle scienze umane e sociali (identità, differenza, cultura, etnicità, appartenenza, mobilità, …), che sono progressivamente usciti dal linguaggio strettamente scientifico e sono entrati a far parte del discorso pubblico, generando sfide storico-antropologiche, educative e geopolitiche di estrema rilevanza.
I cambiamenti radicali degli scenari politici, sociali e culturali necessitano di mettere in atto un cambiamento di paradigma che comporti una riformulazione dei problemi con i quali l’umanità è chiamata a confrontarsi nell’età della globalizzazione. In questo quadro, il progetto mira a fornire strumenti teorico-concettuali, ma anche metodologici e applicativi utili per favorire tale cambiamento di paradigma da compiersi sul piano epistemologico e conoscitivo quanto su quello storico-antropologico e geopolitico.
Il progetto adotta metodi e metodologie di carattere interdisciplinare e transdisciplinare, abbracciando un approccio epistemologico della complessità nel muoversi “tra” contesti disciplinari propri di diverse scienze umane e sociali.
In questo quadro, la ricerca si riferisce in particolare ad alcuni spazi cruciali per l’elaborazione di tale sguardo problematizzante ai nessi complessi tra confini, frontiere e migrazioni nell’età della globalizzazione: l’Europa, il Mediterraneo, le frontiere messicane (Messico/Stati Uniti e Messico/Guatemala).