Dalla caverna di Platone all’Intelligenza Artificiale:Forma, informazione, pensiero, significato, scienza, macchina

A cura di Riccardo Manzotti


Intelligenza e mondo: dalla matematica all’intelligenza artificiale

Fin dal tempo di Platone ci si interroga sul rapporto tra intelligenza (o pensiero o ragione) e la realtà. La formalizzazione del pensiero astratto mira a catturare il pensiero e trasformarlo in operazioni logiche e quindi meccaniche e riproducibili. Come ci si è spostati dall’episteme di Platone al “Calculemus” di Leibniz fino a giungere alla macchina di Turing e alla teoria dell’informazione di Shannon, i due fondatori dell’intelligenza artificiale.

L’uomo artificiale, la nuova frontiera: l’era della riproducibilità meccanica della mente

Che differenza c’è tra un cellulare che ci riconosce e non ci vede e una persona che fa l’esperienza di un volto? Il grande vuoto dell’intelligenza artificiale attuale (deep learning e big data) è la mancanza del significato. Oggi le macchine fanno, ma non sentono, elaborano l’informazione, ma non capiscono. Si può costruire una mente artificiale dotata di significato? Da Matrix a Westworld, la domanda è sempre quella posta da Turing nel gioco dell’imitazione: se mi comporto come se avessi una mente, ho una mente? Che cosa è il significato nella natura? Dall’intelligenza alla coscienza artificiale. Come Google e OpenAI stanno cercando di riprodurre la mente umana.

Telos, valori, libertà, futuro, morale. IA e società, un futuro ancora da scoprire

Gli esseri umani hanno obiettivi e valori (spesso in conflitto tra loro). L’arte è dare valore alla forma. L’intelligenza artificiale può arrivare a sviluppare propri valori? Comportarsi in modo libero e creativo? Quali sono i cambiamenti che questo causerà alla nostra società, al nostro sistema di valori? Gli esseri umani diventeranno obsoleti? Il confine tra ciò che vale e ciò che è utile è molto sottile e le macchine rischiano di cancellarlo del tutto. E noi, esseri umani, siamo effettivamente liberi o, come avrebbe detto Spinoza, pensiamo di esserlo solo perché ignoriamo le cause delle nostre azioni? L’intelligenza artificiale come motore di cambiamento della società ma anche come strumento per la comprensione di noi stessi.

 Oggi si parla molto dell’intelligenza artificiale con il rischio di limitarsi ad illustrare in modo impressionistico i risultati più recente (dal deep learning ai veicoli a guida autonoma). È un fatto che stiamo vivendo un momento di transizione epocale, segnato dall’esternalizzazione della facoltà più preziosa degli esseri umani, l’intelligenza. Chi si affaccia al mondo del lavoro o della formazione accademica non può ignorare questa realtà, ma è fondamentale che abbia gli strumenti e le basi per comprendere le sue radici e il suo significato. Dato che l’intelligenza artificiale è sempre più vicina a riprodurre la mente umana, sorprendentemente questa disciplina è sempre meno tecnologica e sempre più intrecciata con le scienze umane e filosofiche. Per capire le macchine e la nostra relazione con esse, oggi abbiamo bisogno di filosofi, umanisti e psicologi, ma di un nuovo genere.

Queste brevi lezioni si pongono l’obiettivo di rendere espliciti i collegamenti e le basi comuni tra lo studio del pensiero nel mondo occidentale, le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, le ricadute sulla società, la cultura, il lavoro.

L’obiettivo didattico, in senso lato, è sfruttare la profondità e apertura della preparazione liceale per comprendere gli aspetti più profondi e le dinamiche uomo-tecnologia della rivoluzione in corso della intelligenza artificiale: da Platone a Elon Musk …