Sociologo, giornalista e scrittore, Alberoni era un maestro nell'analisi dei movimenti collettivi e dei processi amorosi, con opere che hanno segnato profondamente il panorama culturale, tra cui il celebre Innamoramento e amore, che nel 1979 conquistò il mondo con un milione di copie vendute. Alberoni ha occupato posizioni di grande prestigio, tra cui quella di membro del Consiglio di amministrazione della Rai nel 2005 e di presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dal 2002 al 2012. La sua voce ha risuonato sulle pagine del Corriere della Sera dal 1982 al 2011 con la rubrica "Pubblico e privato", influenzando il dibattito culturale del paese. È stato anche professore in prestigiose università italiane oltre che Rettore dell'Università di Trento e della IULM, lasciando un'eredità significativa nel mondo accademico.
Il Prof. Giovanni Puglisi, Presidente del CdA di IULM, ha sottolineato come Alberoni abbia trasformato la IULM in una grande Università, ricordando il suo contributo fondamentale nella creazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione. “Alberoni viveva per la cultura,” ha affermato Puglisi, “l’Università era per lui il luogo dove questa cultura poteva fiorire e influenzare il futuro. Alberoni non scriveva mai per le élite, ma per tutti. Aveva un linguaggio semplice, indirizzato a un pubblico esteso. È in questa Università che è nato il suo grande amore per la comunicazione: lui aveva colto che essa era il fil rouge che legava tutti a tutto. La nostra Università deve la propria nascita in gran parte a questa sua passione. Possiamo definirlo il costruttore di questo progetto, anche perché lui aveva una grande capacità: quella di vedere, prima ancora di costruire.”
L'imprenditore Santo Versace ha ricordato la straordinaria capacità di Alberoni di anticipare i cambiamenti, rievocando un episodio verificatosi durante gli "anni di piombo" in cui il sociologo, con straordinaria visione, identificò in personalità come Missoni, Armani e lo stesso Versace il segno di un futuro radioso, nonostante l’oscurità del periodo: “Una persona straordinaria sia dal punto di vista privato che culturale. Era come un ragazzo sempre curioso di apprendere, ed era capacissimo di interpretare in anticipo i fenomeni che stavano per accadere.”
Il ricordo di Alberoni come innovatore non ha mancato di essere evidenziato dal Rettore Prof. Gianni Canova, che ha descritto il sociologo come “un innovatore spontaneo, capace di occuparsi di qualunque cosa con indipendenza di pensiero”. Canova ha inoltre citato uno dei testi di Alberoni - L’ottimismo, pubblicato nel 1994 - dove l’autore invita a valorizzare ciò che di positivo c’è nel mondo, un messaggio quanto mai attuale anche oggi. “Ho inoltre ritrovato un suo articolo pubblicato sul Corriere nel marzo 2003. 'Mi rivolgo a tutti i giovani che si accingono ad andare nell’università', scriveva. ‘Se volete capire voi stessi, tornate agli studi classici. Non limitatevi alle vostre specialità, allargate la mente con altre letture, leggete romanzi, guardate i grandi film. Anche se all’inizio farete fatica, dovrete studiare di più, imparare ad argomentare’. Di fronte agli scenari attuali credo che queste parole siano state profetiche", ha chiosato il Rettore.
Paolo Del Debbio, giornalista e docente IULM, ha ricordato il momento in cui Alberoni lo invitò a collaborare con l’Università IULM: “Nel settembre del 1999 squillò il mio telefono. Alberoni, che ammiravo immensamente, mi disse che voleva incontrarmi. Aveva letto del mio lavoro sul Codice TV e Minori e mi chiese se volessi insegnare qui. Fu il suo interesse per la comunicazione e il suo incoraggiamento che mi portarono a iniziare la mia carriera accademica”. Del Debbio ha riflettuto sulla lungimiranza di Alberoni, il cui lavoro sui movimenti sociali e sulle istituzioni ha rivelato la sua forza profetica solo anni dopo.
Il regista Pupi Avati ha invece condiviso un aneddoto personale sull’ultimo incontro con Alberoni, un saluto che suonava come un addio, carico di affetto e di riflessioni sul lungo cammino percorso insieme nel corso delle loro vite professionali. “Quello fu il saluto di uno degli esseri umani più affettuosi che abbia conosciuto, malgrado la sua straordinaria intelligenza e acutezza”.
Vittorio Sgarbi, amico di lunga data di Alberoni, ha offerto una visione della complessità dell’intellettuale, sottolineando come il suo interesse per la vita, oltre che per la sociologia, lo abbia reso un pensatore versatile, in grado di toccare temi profondamente umani, primo fra tutti l’amore. La sua opera Innamoramento e amore ha segnato generazioni, esplorando le dinamiche dei sentimenti in modo accessibile e universale.
Francesco Sidoti, professore dell'Università degli Studi dell'Aquila e sociologo, ha offerto una visione del "Francesco Alberoni uomo di minoranza", sottolineando il coraggio delle sue scelte controcorrente: “Alberoni ha spesso mantenuto posizioni solitarie e controverse, ma sempre con grande coraggio e profonda lungimiranza. Come Pareto, il più grande sociologo italiano del Novecento, Alberoni ha anticipato tendenze e movimenti che avrebbero rivelato la loro forza solo col tempo”.
La Prof.ssa Rosantonietta Scramaglia, collaboratrice storica di Alberoni, ha rievocato l’instancabile dedizione del sociologo a diffondere il suo pensiero anche negli ultimi anni della sua vita. “Quando aveva ormai 85 anni, mi disse: ‘La mia opera non deve morire con me’. Fu così che nacque l’idea di creare una rivista dedicata all’amore, che chiamammo L’amore e gli amori, poi rinominata Alberoni Magazine”. Scramaglia ha anche ricordato il suo impegno nel creare l’Istituto di ricerca Francesco Alberoni, affinché il lavoro del sociologo potesse continuare a ispirare generazioni future.
Infine il Prof. Guido Di Fraia, ex studente di Alberoni, ha offerto un emozionato ricordo del maestro: “La prima volta che assistetti a una sua lezione, rimasi folgorato dalla sua capacità di immergerti nei suoi pensieri. Alberoni ti guardava negli occhi e ti faceva domande che aprivano nuovi mondi”. Di Fraia ha condiviso come Alberoni gli affidasse ricerche con un rigore straordinario, stimolandolo a dare il massimo. “L’ultima volta che l’ho sentito, nel 2022, mi chiamò per discutere dell’intelligenza artificiale e del suo potenziale. Era sempre avanti, sempre pronto a esplorare nuovi orizzonti”.
La giornata ha quindi reso omaggio a un pensatore poliedrico, la cui visione profetica continua a influenzare il mondo accademico e culturale. Francesco Alberoni, con la sua capacità di leggere i movimenti sociali e i processi amorosi, ha costruito un’eredità che oggi vive non solo nelle sue opere, ma anche nelle istituzioni che ha contribuito a trasformare, come la stessa Università IULM.