Ospite del podcast "Imprese e territorio" del Gruppo Confartigianato Varese, la Prof.ssa Alessandra Mazzei ha affrontato la questione dell'employer branding, e delle strategie che le piccole e medie imprese possono adottare per trattenere i giovani talenti.
Si parla molto del fenomeno delle "grandi dimissioni", ma spesso le Pmi non sanno da che parte iniziare. Si tratta di un fenomeno scaturito durante le ultime fasi della pandemia come rivendicazione del diritto alla qualità della vita e, sin da subito, lo si è percepito come molto preoccupante per le aziende che non riescono a trattenere i propri talenti. Spesso, infatti, ad essere coinvolte in questo trend sono proprio le figure professionali altamente richieste sul mercato, ovvero quelle più consapevoli di poter trovare facilmente nuove opportunità.
Cosa possono fare le Pmi per contrastare questo fenomeno?
"Le persone sentono di avere diritto a un buon lavoro, non totalizzante — ha spiegato la Prof.ssa Mazzei. Le Pmi, allora, possono agire su tre leve:
- valorizzare le risorse umane: implementare politiche di gestione delle risorse umane, che spesso le Pmi non hanno. Queste vengono gestite sulla base del buon senso, della pratica consolidata. A un certo punto c'è invece bisogno di strutturare tali politiche: percorsi di carriera, percorsi di selezione chiari e trasparenti, e percorsi di valutazione delle performance e del potenziale dei lavoratori;
- avere un approccio relazionale inclusivo: nelle Pmi le relazioni sono più facili da coltivare rispetto a una grande azienda. Un approccio basato su una comunicazione ampia e trasparente è necessario: ovvero far sapere le cose. Non lasciare questa comunicazione al caso, ma pianificarla;
- avere una giustizia organizzativa equa: dichiarare in maniera trasparente quali sono i criteri per la carriera, per lo spostamento delle persone e per la riduzione del personale nel caso in cui fosse necessaria."
Spesso le Pmi non hanno risorse significative da investire in campagne di reclutamento elaborate. Quali sono i suggerimenti e le strategie che possono adottare per diventare più attrattive per le giovani figure professionali?
"Per costruire l'employer branding è importantissimo far conoscere la propria azienda presso i giovani laureandi, e questa è una cosa che non ha un costo, perché le università sono aperte a tali realtà. Quindi invitiamo le Pmi a mettersi in contatto con le università del territorio — soprattutto quelle che lavorano nell'ambito di loro interesse — per mettere a disposizione stage e tirocini. Nemmeno creare un ambiente di lavoro che consideri la qualità della vita del lavoratore richiede particolari investimenti: è più che altro necessario impegnarsi per rivedere le modalità organizzative del lavoro, della gestione del team, che non dev'essere più centrata sulla presenza in ufficio oltre le 8 ore o nei weekend. I lavoratori inoltre richiedono flessibilità: a livello di orario (poter cominciare la mattina tre le 7 e le 10, o recuperare eventuali ore perse in altri giorni) e relativa alla sede di lavoro (poter lavorare da casa propria o da altri luoghi, da remoto). Su queste richieste le Pmi si devono attrezzare."
Cercando una soluzione al problema della great resignation, si sta quindi creando e prospettando un futuro migliore tanto per le imprese che per i lavoratori.
"Sono d'accordo. Si è venuto a creare un momento di crisi, ma durante i momenti di crisi — lo sappiamo — cadono le barriere, e questo costituisce uno stimolo per tutte le aziende a migliorare il proprio ambiente di lavoro."
È possibile ascoltare il podcast "Imprese e territorio" a questo link.
Alessandra Mazzei e Professore Associato di Comunicazione d'impresa, Organization Theories & HR Management, Brand and Corporate Communication e Internal Communication and Change Management presso l'Università IULM. È Coordinatrice del Corso di laurea triennale di Comunicazione d’impresa e relazioni pubbliche, e fondatrice e Direttrice del Centre for Employee Relations and Communication.