In un editoriale pubblicato lo scorso 16 ottobre sul quotidiano “Il Giorno”, Fabio Vittorini, professore di Letterature comparate e delegato dal Rettore ai Rapporti con i laureati e con l'Associazione AIULM, sottolinea come, contro tutte le previsioni “catastrofiste” indotte dalla pandemia da Covid-19, in tutte le università milanesi si siano registrati incrementi nelle iscrizioni alle lauree triennali: accanto al +10% della IULM, si registra, ad esempio, un + 13,6% della Statale e un +2,1% della Cattolica.
Rimane negativo il dato, rilevato dall’Ocse, relativo alla percentuale di laureati nel nostro Paese: solo il 19% degli italiani fra i 25 e i 64 anni si è laureato, contro una media quasi doppia rispetto a quella cifra.
In quale modo è allora possibile attivarsi affinché si riesca a invertire la tendenza? Ecco la soluzione proposta da Vittorini: “Usando le risorse messe a disposizione dall'Unione Europea per buttarsi alle spalle il vergognoso digital divide che affligge il paese e per attuare politiche che incentivino il lavoro specializzato, l'innovazione e la nascita di start-up. Perché questo accada occorre premiare quei giovani che con grande coraggio ora investono in formazione, ovvero nel futuro del Paese.”