Cerimonia di Apertura dell'Anno Accademico 2022/2023

Università - Data pubblicazione 20 febbraio 2023 - Data evento 28 febbraio 2023

Martedì 28 febbraio si è tenuta la Cerimonia di Apertura dell'Anno Accademico 2022/2023. Durante l'evento, è stata conferita la Laurea Magistrale Honoris Causa in Traduzione specialistica e interpretariato di conferenza al Prof. Claudio Magris, rinomato studioso e letterato, autore di alcuni tra i più bei libri pubblicati in Italia, tra cui "Microcosmi".

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È stato inaugurato ufficialmente oggi il 54° Anno Accademico dell’Università IULM. La cerimonia è stata aperta con il saluto del Sindaco di Milano Beppe Sala, cui sono seguiti l’intervento del Presidente del Consiglio di Amministrazione, professor Giovanni Puglisi, e la relazione del Rettore, professor Gianni Canova.

Nel bilancio che a ogni inaugurazione dell’anno accademico viene tracciato dal Rettore di ciascun Ateneo, il professor Canova ha scelto di non citare i “soliti” numeri che si elencano alla platea, bensì ha costruito un discorso su come l’Università IULM si interroga riguardo gli effetti prodotti dall’ecosistema comunicativo generato dalla rivoluzione digitale. “Un ecosistema che – ha spiegato il Rettore – assieme a tanti vantaggi indiscutibili, ha prodotto anche altrettanti svantaggi. Con la differenza che i vantaggi sono immediatamente visibili a chiunque, mentre gli svantaggi o i disagi sono più difficili da individuare, sono sfuggenti, a volte indecifrabili e si manifestano solo sul lungo periodo”.

Si è parlato molto, in queste ultime settimane – ha proseguito il professor Canovadel malessere che serpeggia tra le giovani generazioni. Lo si è attribuito alle Università troppo competitive, alle famiglie poco attente o distratte, a una società generatrice di ansie prestazionali o performative”.

Io credo – ha continuato il Rettore della IULMche in questo scenario epocale l’Università abbia una missione in più, oltre a quelle storicamente consolidate della didattica e della ricerca. È la missione che consiste nel fare di se stessa il dispositivo capace di aiutare le ragazze e i ragazzi che la frequentano, ma anche i docenti che vi insegnano, e le persone che ci lavorano, a compiere quello scatto di fantasia che è necessario per uscire dalla logica binaria, dall’aut aut del bianco e del nero, per rompere l’atrofia dell’immaginazione e ricominciare a pensare plurale, a scoprire nuove lettere, nuovi alfabeti, e ripopolare il mondo della cultura con la fascinazione dei colori. Dobbiamo avere la forza di liberare l’Università dalla dittatura della quantità per ritrovare la logica della qualità, dell’innovazione, dell’esplorazione”.

Il Rettore Canova ha concluso: “Il sistema universitario deve ripristinare la fiducia che si è incrinata; riparare le crepe che si sono aperte. Dobbiamo dire con forza che l’Università non è la malattia, ma la terapia per tante forme di disagio giovanile. Ma per farlo, per essere credibile, l’Università deve problematizzare se stessa. Come ha scritto uno dei più illustri tra i nostri laureati honoris causa, Edgar Morin, l’Università deve essere consapevole che essa inocula nella società una cultura che non è fatta per le forme provvisorie o effimere dell’hic et nunc e che tuttavia è fatta per aiutare i cittadini a vivere il loro destino hic et nunc. Pur mantenendo fede alla sua missione trans-secolare, deve saper elaborare una cultura per la modernità e la contemporaneità. Sono queste che chiedono all’Università di problematizzare se stessa e di problematizzare il pensiero e i saperi che si formano negli Atenei”.

Nel suo saluto, anche il Presidente del CdA, il professor Puglisi, ha affrontato le complessità del mondo universitario e di chi lo vive: “La battaglia della vita la vinceremo solo se resteremo tutti insieme, giovani e meno giovani, allievi e Maestri, ciascuno con il proprio ruolo. Sarebbe illusorio e forse anche arrogante pensare di vincerla da soli o peggio gli uni contro gli altri. La tradizione non è l’urna cineraria del passato, ma il fuoco che alimenta il presente, per costruire il futuro”.

Ha preso la parola anche il Rappresentante delle studentesse e degli studenti in Senato Accademico, Federico Fanales, che non ha celato la sua emozione nel parlare per la prima volta di fronte a una platea così vasta e variegata e ha esortato i compagni: “quando il peso della vita diventa insostenibile, cercate il conforto di un amico, la carezza di un genitore e non tenete questo malessere dentro di voi. Parlatene, sfogatevi, le persone che vi vogliono bene saranno sempre pronte a sopportare con voi il peso dei problemi”.

Evidente la crescita dell’Università IULM negli ultimi cinque anni: le iscrizioni hanno fatto segnare un +34,5% nei corsi di laurea triennali dall’anno accademico 2017/18 a quello in corso e un +57,5% in quelli magistrali. Si è passati dai 4.387 iscritti alle triennali nel 2017/18 (4.734 nel 2018/19, 5.111 nel 2019/20, 5.835 nel 2020/21, 5.644 nel 2021/22) ai 5.902 dell’anno accademico 2022/23 e dagli 833 iscritte e iscritti alle magistrali nel 2017/18 (974, 1.143, 1.230, 1.313) ai 1.312 di quest’anno. Per un totale che oggi è di 7.214 studentesse e studenti (da 5.220 nel 2017/18).

La cerimonia è stata inoltre l’occasione per conferire la Laurea Magistrale honoris causa in Traduzione specialistica e interpretariato di conferenza al professor Claudio Magris, critico e storico della letteratura e della cultura, germanista, romanziere e autore di teatro: un vero intellettuale “umanista”, la cui “monumentale opera incarna il paradigma dell’identità plurale e delle aperture interdisciplinari di cui è Maestro”, come indicato nella motivazione dal professor Paolo Proietti, Preside della Facoltà di Interpretariato e traduzione.

A recitare la Laudatio per il professor Magris è stato il Prorettore alla Transdisciplinarità, professor Mauro Ceruti, che ha ricordato ciò che “ha sempre preoccupato Claudio Magris: non tanto il riuscire a mettere a punto un capolavoro, e tanti ne ha messi a punto, quanto l’essere abbandonato, nel maneggiare il potere delle parole, dal soffio dello spirito, da una ragione sobria e umanistica, intransigente e vigile, di fronte alle irruzioni o alle manifestazioni latenti del male nella vita e nella storia. Da qui, la sua riflessione costante su ciò che più minaccia la vita e la storia - la guerra - e su ciò che può proteggere le generazioni di oggi e a venire da quella catastrofe: la letteratura e l’Europa”.

Nella sua Lectio, dal titolo Scappatelle in latino, un viaggio nella memoria in cui ha rievocato persone, atmosfere ed eventi da cui ha tratto ispirazione, Claudio Magris ha dichiarato di essere “particolarmente onorato di ricevere questa laurea dalla IULM: università viva e vera nel senso più autentico e immediato del termine” e ha ricordato Giovanni Vittorio Amoretti (1/5/1892 – 15/11/1988) uno dei primi e dei più importanti germanisti del nostro Paese che ha insegnato Lingua e Letteratura Tedesca all’Università IULM.