Diritti Lab: la serie di corti firmati da IULM e Farnesina

Non ho sentito gridare nessuno, il primo corto della collana DirittiLab pubblicato in occasione della Giornata della memoria 2022, mette in scena una bambina che si perde in un luogo labirintico. Appena tutta quell'aria si dirada, la verità compare e la banalità del male ritorna a farsi sentire. 

Protagonista del video è il sopravvissuto ai lager nazisti e partigiano Riccardo Goruppi. Nato a Prosecco nel 1927 e scomparso lo scorso aprile a 94 anni, Goruppi è testimone delle atrocità di Dachau. Appartenente alla comunità slovena in Italia, fu arrestato nel 1944, a 17 anni, insieme al padre Edoardo, nella Trieste occupata dai nazisti, e di lì deportato. Dagli anni Ottanta ha iniziato a raccontare gli orrori subiti.

Nel video, Riccardo Goruppi dialoga con gli allievi della scuola media statale “Simon Gregorčič” di Dolina (Trieste), in un ideale passaggio della staffetta della testimonianza alle nuove generazioni, perché quello che è successo non debba mai più ripetersi.

Il corto, già finalista ai Nastri d’Argento in una versione estesa, è ambientato in un luogo simbolo dei momenti più terribili della Seconda Guerra Mondiale: la Risiera di San Sabba, che dopo l’8 settembre del ’43 divenne campo di prigionia militare, poi centro di smistamento degli ebrei, partigiani e dissidenti destinati a essere deportati in Germania o in Polonia, oltre che deposito di beni sequestrati alle vittime e forno crematorio per lo sterminio.

Il corto dedicato ai Diritti della Donna per l’8 marzo 2002 si intitola M A N I F E S T O, una riflessione ispirata dalla lettura della poesia “Attorno a questo mio corpo” di Amelia Rosselli.

M A N I F E S TO si inserisce in un percorso concepito per essere una raccolta di “poesie per gli occhi”, sorta di haiku brevi ed essenziali realizzati secondo una precisa regola di narrazione cinematografica. Riflessione ispirata dalla lettura della poesia “Attorno a questo mio corpo” di Amelia Rosselli, il corto esplora la diversità e la complessità dello sguardo femminile. Un soggetto molteplice e mutevole che ripercorre all’indietro la vita di un ideale io femminile nella sua potenzialità e nella sua capacità di azione, in ogni luogo del mondo e contro ogni limitazione, restrizione, violenza.

Close è il terzo corto DirittiLab, pubblicato il 23 giugno 2022, ed è dedicato al tema dell'infanzia. Girato integralmente secondo un solo movimento di zoom all’indietro, mostra un bambino affacciarsi su una vita che non è la sua, traducendo così in immagini la natura dell’infanzia come regno di possibilità a cui non sempre corrispondono esiti favorevoli.

Tra i meandri di un sogno dove Rachele si vede confinata all’interno di una grande cava di marmo, un mostro prova ad inseguirla per sferrarle un attacco. Ma siamo davvero convinti che sia solo un sogno?

La Scatola Bianca, pubblicato il 23 giugno 2022, è un corto dedicato al tema della paura. La rappresentazione del sogno e la sua dimensione incognita è la vera cifra della sfida immaginifica di questa piccola storia, tra fiaba nera e realtà. La cava di marmo, infatti, ci ha permesso di costruire una riflessione sull’idea del rapporto tra spazio sovrastante e la figura umana stessa. In questo modo, l’idea visiva della paura affiora proprio da questo squilibrio di proporzioni, nelle quali spesso, piccoli e grandi, affrontiamo certi fantasmi del nostro inconscio.

Attraverso i corridoi immaginari di una “scuola grande come il mondo”, volti di studentesse e di studenti, di varie età e provenienze, compongono un mosaico poetico dove tra banchi e lavagne lo stupore dell’apprendimento quotidiano prende luogo.

L’istruzione è un percorso di graduale svelamento che si annuncia attraverso l’emozione degli occhi di chi, tra lettere e numeri, si predispone alla scoperta. Il tempo di imparare, pubblicato in occasione della Giornata internazionale dell’alfabetizzazione 2022, è innanzitutto quest’età mai finita del coltivare la curiosità che, attraverso le parole sempre attuali del grande poeta e pedagogista Gianni Rodari, conduce a un itinerario unico dove le stanze della conoscenza si riuniscono nel segno della meraviglia.

Un uomo trascina una sedia, stanco, lungo i binari morti di una ferrovia. Stravolto, in affanno, si orienta in uno spazio vuoto segnato solo da rimbombi di solitudine e violenza. L’approdo in una fabbrica disarmata lo mette in contatto con una sconosciuta che è nella sua stessa situazione. Dal loro incontro inatteso nasce un seme di pace.

Per celebrare la Giornata internazionale della pace 2022 il 21 settembre 2022 è stato presentato il video La tregua, nell’ambito del progetto Diritti Lab in collaborazione con l’Università IULM di Milano.

Nel corto, i due protagonisti e lo spazio abbandonato di una fabbrica evocano scenari attuali di guerra, dove le rovine simboleggiano la nostra condizione di provvisorietà. Le immagini veicolano l’idea di quanto sia remota la possibilità della tregua stessa, dell’interruzione dei conflitti e del sogno di pace.

Un film di primi piani e un unico – finale – campo lungo, nel formato verticale, racconta, innanzitutto, una scelta formale ben precisa: restringere la visuale per dare l’idea di quanto – sempre – sia ristretta la possibilità della tregua stessa, dell’interruzione dei conflitti, del sogno di pace. La distanza generazionale tra i protagonisti e la valutazione di uno spazio – come quello della fabbrica abbandonato di Granarolo – assorbono su di loro la volontà di riavvicinarci anche ai recenti immaginari di scontri bellici, dove, sempre più, le rovine raccontano la nostra condizione di provvisorietà.

In mezzo ad una città grigia si staglia un palazzo realizzato con ritagli di giornale.
Un presunto funzionario si ritrova, seduto alla sua scrivania, a trascrivere meccanicamente lettere che gli vengono imposte di continuo, fin quando, come per un’illuminazione, non scoprirà il potere di fare la differenza.

Il 28 settembre 2022 la Farnesina e IULM hanno celebrato la Giornata internazionale per l’accesso universale alle informazioni con la pubblicazione del corto Nella stanza delle lettere.

In questo corto la parola chiave da considerare, in ottica stilistica e registica, è senz’altro collage. Una tecnica, tanto ludica quanto intellettuale, che permette di costruire una dimensione nuova partendo da porzioni disparate di mondi. Sin dal principio questa ottica di ibridazione e contaminazione è parsa la modalità (anche meta-cinematografica) migliore per rappresentare la sfida del tema in questione: la libertà di stampa.

Il cielo, come lo schermo del cinema, è un telo dalle pieghe sempre cangianti, eppur per chi ne rimane schiavo, nell’abitacolo di una cella, è qualcosa di più. È quell’attorno che non ti abbandona mai.

Il 10 ottobre 2022 in occasione la Giornata mondiale contro la pena di morte, ricordata dalla Farnesina attraverso la presentazione del cortometraggio Firmamento.

Il video è ambientato in un carcere dove, attraverso il recinto rettangolare del cielo e suoi scampoli di azzurro tra fitte grate, la voce graffiata di un uomo come tanti racconta la prospettiva invisibile della sua detenzione, cercando una possibilità tra ricordi dispersi e il buco nero del futuro.

Un montaggio di istantanee di cieli in ostaggio di occhi che vorrebbero volare altrove, ci restituisce il sentimento della reclusione ci appare per quello che è: uno sguardo che non si arrende ad andare oltre il nero di ciò che resta.

All’interno di una caverna buia, attraversata da ombre e stalattiti, la silhouette di un artigiano creatore plasma con le sue mani una materia che, lentamente, riprende vita e annuncia il mistero di ogni fede: il tenere unito tutto.

Il 16 novembre 2022, in occasione della la Giornata mondiale della tolleranza - dichiarata dall’UNESCO nel 1995 per ricordare i principi ispiratori della Dichiarazione universale dei diritti umani — la Farnesina e IULM hanno diffuso il corto Religo che si riferisce alla libertà di religione, e La cabina, che tratta con delicatezza i temi legati all’identità e al riconoscimento di sé.

Religo è un film determinato più da ciò che non si vede eppure è l’immagine di una rivelazione. La dominante è la scelta fotografica che esalta i contrasti chiaroscurali e annuncia il tema della religione nella sua veste simbolica di primo teatro dell’ombra, una lanterna magica dove il rito, il credere e il (non) sapere sono parte di un’unica grande liturgia, data dalla bellezza delle mani dell’uomo e del suo indiscusso creato.

Una ragazza entra in una cabina dove si stampano foto-tessere per documenti di identità. Al suo interno, tra voci artificiali e bagliori bianchi, scoprirà davvero cosa voglia dire "riconoscersi” andando ben oltre l’aspetto e la posa corretta da avere.

Il 16 novembre 2022, in occasione della la Giornata mondiale della tolleranza - dichiarata dall’UNESCO nel 1995 per ricordare i principi ispiratori della Dichiarazione universale dei diritti umani — la Farnesina e IULM hanno diffuso il corto "Religo" che si riferisce alla libertà di religione, e “La cabina”, che tratta con delicatezza i temi legati all’identità e al riconoscimento di sé.

La cabina, oltre a essere un “corto” è anche un film, a suo modo, “stretto” che richiama la dimensione della foto-tessera non solo per la sovrapposizione narrativa tra la vicenda della protagonista e il suo desiderio di ritrovarsi in un’immagine, ma anche perché il formato in dimensione 1:1 ci riporta ad una cornice paritetica e ugualitaria, dove oltre i bordi della cornice si viene a configurare qualcosa in più di un semplice ritratto.

Nel gioco del powerchair hockey quello che conta più di tutto è non perdere di vista la pallina e provare il più possibile a farla volare verso la porta avversaria. Anna, in questo, è una giovane campionessa. Ma l’avventura di questa particolare disciplina sportiva la spinge a puntare ancora più in alto.

"La luna" è il cortometraggio che il progetto “Diritti Lab” dedica al tema dei diritti delle persone con disabilità, pubblicato il 3 dicembre 2022 proprio in occasione della la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, indetta dalle Nazioni Unite nel 1981.

Il video racconta del gioco del powerchair hockey, nel quale conta più di tutto non perdere di vista la pallina e provare il più possibile a farla volare verso la porta avversaria. Anna, la giovane protagonista, in questo è una giovane campionessa. Ma l’avventura di questa particolare disciplina sportiva la spinge a puntare ancora più in alto. 

Andare oltre ogni limite, cercare di vincere qualsiasi distanza e puntare in alto: attraverso la metafora di un allunaggio raggiunto con le dita, il tema delicato della disabilità diventa il pretesto per uno sguardo che è ragionevole solo quando afferra l’impossibile. E che ci proietta in un campo talmente lungo da essere paragonabile solo alla volta stellare.

Lungo la distesa di un pianeta rimasto orfano dell’umanità, un ultimo superstite – un viaggiatore – munito del suo remo cerca a ridosso della sabbia e degli avanzi di terra una risposta per continuare ad affrontare il suo cammino…

Il 10 dicembre 2022, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, IULM e la Farnesina hanno presentato il cortometraggio “Genesi”, prodotto da IULMovie LAB e curato dalle studentesse e dagli studenti del II anno della Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media dell’Università IULM, con la supervisione artistica di Giuseppe Carrieri.

Nel video, lungo la distesa di un pianeta rimasto orfano dell’umanità, un ultimo superstite – un viaggiatore – munito del suo remo cerca a ridosso della sabbia e degli avanzi di terra una risposta per continuare ad affrontare il suo cammino…

Questo corto assume forma nel contrasto delle sue parti. Esprime, infatti, la sua immagine come una costante dialettica tra opposti: il cielo stellato e la sabbia marziana del Po, il volto pallido e scavato del viaggiatore e il colore verde invincibile della pianta, l’aridità a perdita d’occhio e le gocce di pioggia che iniziano ad allagare tutto. Perché la nuova Genesi ce la immaginiamo un po’ così: una ferita nata da un lampo tra la notte e l’alba della memoria di un fiume.

L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria

— Primo Levi — 

7 gennaio 1945. I soldati dell’Armata Rossa sovietica liberarono il campo di concentramento tedesco di Auschwitz, ad ovest di Cracovia, nel sud della Polonia. Mentre si avvicinavano, le SS iniziarono l’evacuazione. Circa 60 mila prigionieri furono costretti a marciare verso ovest, la maggior parte, per lo più ebrei, verso la città di Wodzislaw nella parte occidentale dell’Alta Slesia. Migliaia di persone furono uccise in fretta nei giorni precedenti, il più possibile. Durante la marcia della morte le SS spararono a quelli che, stremati, non potevano continuare a camminare. Gennaio, gelo, fame.Morirono in più di 15 mila. Si stima che circa 1,3 milioni di persone siano state deportate ad Auschwitz tra il 1940 e il 1945. Di queste, almeno 1,1 milioni sono state assassinate.

Ecco perché il 27 gennaio di ogni anno la memoria di tutti noi va alle vittime dell’Olocausto, del nazismo e del fascismo. La memoria serve a sentire le cose vicine, presenti, possibili. A questo serve. Ricordare eventi come l’Olocausto è utile ad essere consapevoli di un fatto agghiacciante ma reale: quell’orrore potrebbe succedere di nuovo. E l’unico antidoto al ritorno della malattia autoritaria e nazifascista è il ricordo. 

In occasione di questa Giornata, IULM insieme a Farnesina pubblica l'ultimo corto della serie Diritti Lab, proprio dedicato al ricordo e all'impotanza della memoria di quei disumani giorni. 

“Fermata Oświęcim”, questo il titolo del corto è prodotto da IULMovie LAB a cura delle studentesse e degli studenti del II anno della Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media, narra la storia di un passeggero lungo la rotta del tempo che si muove assieme alla sua macchina fotografica per recuperare frammenti apparentemente trascurabili nell’indisturbata pace che regna, oggi, tra le strade di Oświęcim, che un tempo i tedeschi chiamarono Auschwitz. L’occhio che porta addosso, per quanto conficcato nel presente, in verità si rivolge alla memoria, perché ogni immagine di tutto quello che è stato possa, davvero, non scomparire mai. 

In ogni immagine che scattiamo c’è un tempo che cerchiamo di fermare. Eppure alcune storie, determinate situazioni, nonostante tutto, rischiano inesorabilmente di scadere, di perdersi, di diventare dimenticanza. Girare ad Oświęcim, che un tempo fu Auschwitz, crea un corto circuito visivo tra memoria e futuro, tra vivere e ricordare, tra perdersi e restare. La macchina fotografica protagonista non è, allora, solo uno strumento per raccontare, ma anche uno sguardo ulteriore per resistere all’impotenza dell’oblio