La parola "gig" risale ai primi anni del 1900, quando veniva usata per descrivere il lavoro individuale e di breve durata dei musicisti jazz.
Il termine "gig economy", nasce nel 2009 per descrivere come più persone sembravano impegnarsi in lavori a contratto o basati su attività, limitate temporalmente, piuttosto che su lavori a tempo pieno. Oggi, il termine si è evoluto in un fattore significativo nell'economia globale con tutti i tipi di lavoro.
Il progetto GIG Up, coordinato dall’Università Tecnica di Berlino con partner Università IULM, le società ong Mine Vaganti (Italia), Innovation Hive (Grecia) e RTI Vernian (Cipro) si caratterizza per un approccio all'imprenditorialità personale e al miglioramento delle competenze professionali ed è dedicato ai giovani che non hanno completato la formazione universitaria e, al contempo, sono presenti sul mercato del lavoro in veste di gig workers. La principale caratteristica dei gig workers è la tipologia di contratti di lavoro atipici stipulati. La condizione atipica è caratterizzata dalla durata o dalle modalità in cui viene svolto il lavoro ma, in entrambi i casi, i giovani lavoratori potrebbero non essere adeguatamente preparati ad affrontare questo nuova tipologia lavorativa.
Il progetto propone un percorso educativo caratterizzato dallo sviluppo di una serie di micro-corsi basati su alfabetizzazione statistica e digital marketing, volti a potenziare competenze e abilità di cui gli studenti e i giovani avranno bisogno per essere più efficienti e occupabili, all'interno della gig economy.