DisArch - Dissonant Narratives across Archives in the Age of Documediality

Progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea – Nex Generation EU, Missione 4, Componente 2, Investimento 1.1.

DisArch si propone di esplorare le "narrazioni dissonanti" relative agli archivi, alla luce degli studi più recenti sulla memoria e sul visuale. L'Università di Bergamo e l'Università IULM approfondiranno i modelli, le ideologie e i progetti che hanno contribuito allo sviluppo moderno e contemporaneo della pratica archivistica. Il gruppo di ricerca DisArch condurrà un'indagine sulla memoria collettiva e culturale, concentrandosi sulle aree interstiziali degli archivi storici considerati come patrimonio “principale”.

Per individuare le “narrazioni dissonanti”, la ricerca si estenderà anche agli archivi minori e ai depositi digitali contenenti memorie letterarie e audiovisive. L'obiettivo sarà esaminare i modelli narrativi e le strutture retoriche che potrebbero aver contribuito a formare l'epistemologia degli archivi, considerando che ogni modello prevede narrazioni principali che stabiliscono i criteri archivistici.

I casi di studio includeranno archivi di "patrimonio dissonante", come il Black Cultural Archive, Lagna. Lesbian and Gay Newsmedia Archive, Gerber/Hart Library and Archive, ONE Archives delle USC Libraries, l'Archiv der deutschen Jugendbewegung, il Georg-Schweinfurth-Archiv, lo Stefan-Zweig-Archiv e gli archivi della Mahn- und Gedenkstätte Ravensbrück. La ricerca si concentrerà anche su fondi digitali di dati visivi e audiovisivi, collezioni letterarie, traduzioni, documenti ufficiali, diari e lettere, come il Science Fiction Hub, il Times Digital Archive, il Daily Mail Archive, il Guardian Archive, lo Scalero Archive, l'archivio del Museo delle Storie di Bergamo e l'Archivio fotografico Sestini.

I risultati saranno diffusi tramite presentazioni online, workshop, simposi, conferenze, set didattici, attività scolastiche e contributi a conferenze nazionali e internazionali. L'accesso ai risultati sarà garantito dal sito web di DisArch.