Avventura, selezionata come Word of the Year 2024, è una parola che evoca immagini di esplorazioni e scoperte straordinarie, ma il suo significato va ben oltre un viaggio in luoghi inesplorati. Rappresenta la ricerca dell’ignoto, il desiderio di guardare oltre l’illusione di ciò che si conosce e di svelare ciò che risulta lontano da sé.
Durante l’anno, le studentesse e gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media, sotto la supervisione del regista e docente Giuseppe Carrieri, si sono dedicati alla ricerca del significato più profondo della parola Avventura, documentandola all’interno di tre cortometraggi promossi da IULMovie Lab. L'avventura risulta dunque un viaggio reale e metaforico, compiuto tanto dai personaggi raccontati quanto da chi ne rimane spettatore.
Il mare breve
Primo cortometraggio legato alla parola dell’anno, “Avventura”, è stato realizzato da una troupe composta da alcuni studenti della Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media che ha lavorato sull’immagine di una lontananza poetica e solitaria, quella del guardiano del faro più remoto del nostro continente, ad Akraberg, nelle isole Faroe.
Tra sguardo ampio e campo lungo, l’esperienza dell’apprendimento filmico sul campo è diventata ancora una volta messa alla prova per sensibilità e vocazione al racconto, nel segno di un percorso universitario davvero capace di condurre oltre, di lanciare verso, di proiettare addosso quel senso di ignoto che, nel profondo, sa farci crescere.
Il film è stato diretto da Matteo Gamannossi e Riccardo Cocumarolo. La supervisione del progetto, con la fotografia di Giuseppe Campo, è stata curata dal regista e docente Giuseppe Carrieri, mentre le foto di backstage sono di Giulio Paletta. La produzione del cortometraggio è stata supportata dall’Ente del Turismo delle Isole Faroe.
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The Drowned
Come si comincia a desiderare?
Secondo film breve relativo alla parola dell’anno, “Avventura”, la storia raccontata in The Drowned segue la scia lunga di “L’Avventura di un fotografo” di Italo Calvino. Alla creazione di questo cortometraggio ha partecipato una squadra di allievi della Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media che ha deciso di fare la cosa più indispensabile per iniziare a raccontare una storia: si è persa.
Nell’Oriente estremo, a Hong Kong, le ragazze e i ragazzi hanno cercato di seguire i passi di una figura misteriosa, forse una fotografa, che, tra l’indifferenza di mille altri , si illude di recuperare nella megalopoli ciò che ha perso, tremando continuamente con la sua camera, lasciando dietro di sé sagome e filamenti.
“The Drowned - Gli annegati”, è stato diretto da Alessandro Reato e Davide Negri, con la partecipazione attoriale di Xiaolu Chen. La direzione della fotografia è stata curata da Giuseppe Campo, il sound design è di Francesco Iachello, mentre la supervisione allo sviluppo e alla realizzazione è stata seguita da Giuseppe Carrieri, regista e docente del Laboratorio Avanzato di Regia Cinematografica.
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God Will Not Be There
La lontananza è il tema centrale del terzo cortometraggio promosso da IULMovie Lab e realizzato insieme agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media.
Dopo le Isole Faroe e Hong Kong, la terza attività speciale dell’anno si è svolta in India, in un’area remota dello stato di Maharashtra dove ha preso forma la fiaba di “God Will Not Be There”.
In un tempo indefinito che potrebbe essere il futuro, tra sortilegi innominabili e riti segreti, a un bambino della comunità di un piccolo villaggio viene chiesto di assumere i poteri di una suprema divinità affinché la pioggia possa ritornare a cadere sui campi per restituire vita all’ambiente circostante. Le regole di questo gioco non sono quelle che gli appartengono, eppure qualcosa di straordinario, sospeso tra cielo e terra, è destinato a succedergli affinché tutto cambi.
Con la partecipazione dei due laureandi Feliciana Rosa e Stefano Spolti, assieme a una crew di professionisti del cinema indiano, con la guida del regista e docente Giuseppe Carrieri, “God Will Not Be There” arricchisce così il panorama della ricerca cinematografica svolta sul campo indispensabile del mondo, come poetica di uno spazio da inventare e messa alla prova nel sentimento dell’avventura.