De-consumismo: più cibi di stagione per stare bene e spendere poco

Le famiglie sono più attente alla qualità ma non tutte possono permettersela.

Una dieta realmente sostenibile si basa sull’acquisto di prodotti a chilometro zero e alimenti di stagione, con particolare attenzione a evitare lo spreco alimentare. Non viene escluso a priori l’interesse verso nuovi stili alimentari, considerando che alcuni alimenti alternativi, come gli insetti commestibili, possono essere assimilabili a prodotti già presenti nella tradizione gastronomica, come i crostacei. Viene tuttavia espresso un certo rammarico per l’allontanamento dalla dieta mediterranea, che da diversi decenni non rappresenta più l’alimentazione quotidiana di molte famiglie.

Anche le abitudini legate ai pasti in famiglia risultano cambiate: la prima colazione rappresenterebbe un’occasione per trascorrere del tempo insieme, ma spesso gli impegni e le abitudini di vita portano a consumare pasti veloci fuori casa, come snack o cibo confezionato acquistato a scuola o nei bar.

Dal Rapporto Coop emerge un interesse crescente verso alimenti di qualità, in particolare verso i prodotti biologici. Tale tendenza, tuttavia, riguarda principalmente i nuclei familiari con una disponibilità economica sufficiente, poiché il cibo di qualità non risulta accessibile a tutti. In alcuni contesti, inoltre, fattori culturali e abitudini alimentari permettono a popolazioni con risorse limitate di mantenere diete più sane rispetto a quelle di Paesi economicamente più avanzati, dove alimenti di scarsa qualità possono essere acquistati a prezzi molto bassi.

Si osserva anche una maggiore sensibilità verso l’impatto ambientale delle scelte alimentari. La dieta mediterranea, pur non essendo più così diffusa come un tempo, continua a essere considerata salutare e adattabile a diversi contesti geografici. L’impatto ambientale dei diversi alimenti varia sensibilmente: per esempio, la produzione di un chilo di pomodori freschi richiede circa 150 litri di acqua, una passata di pomodoro ne richiede 170, un chilo di riso circa 400 litri, mentre per un hamburger possono servire fino a 2.400 litri di acqua.

Una dieta realmente sostenibile dovrebbe prevedere l’acquisto prevalente di prodotti locali e di stagione, con un consumo privilegiato di frutta, verdura e legumi, una moderata presenza di carni rosse e una maggiore varietà di fonti proteiche. Sarebbe opportuno limitare il consumo di alimenti altamente processati e preferire l’acqua del rubinetto. Fondamentale rimane l’impegno a ridurre gli sprechi alimentari, considerato un aspetto cruciale per la salvaguardia del pianeta.

Tra le nuove tendenze alimentari si rileva un crescente interesse verso diete particolari e pratiche come il digiuno intermittente, che, se seguito correttamente, può apportare benefici alla salute. Tuttavia, non tutti i comportamenti legati a queste pratiche risultano appropriati: saltare pasti principali senza un corretto bilanciamento rischia di compromettere l’efficacia di tali regimi alimentari.