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Pubblicazioni
Milano tra memoria e ricordo, identità e immaginario, distruzione e ricostruzione, a cura di P. Giovannetti e S. Moretti, Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2022 (Ricerche IULM. Comunicazione, arti e media, 12)
Indice:
Giovanna Rocca, Prefazione
Paolo Giovannetti, Introduzione
Simona Moretti, “La memoria ha due porte, vista e udito”
Angela Besana, Ragione e cuore di Milano tra filantropia e mecenatismo
Chiara Matelli, La guerra aerea a Milano attraverso alcune fonti documentarie e fotografiche poco conosciute
Lorenzo Finocchi Ghersi, Luigi Caccia Dominioni architetto nella Milano del dopoguerra
Simona Moretti, “Uno strambo guardrail”: l’antica chiesa milanese di San Giovanni in Conca
Massimo De Giuseppe, Milano e i “mondi lontanissimi”. Intrecci e immaginari terzomondisti nei lunghi anni Sessanta
Martina Treu, I teatri di Milano e la memoria ritrovata
Giuliano Gaia, Helena Santidrián Mas, Stefania Rossi, Il caso del Museo Poldi Pezzoli
Annamaria Esposito, Musei d’impresa, memoria viva nella città di Milano
Michela Bresciani, Narrare il patrimonio del territorio: strumenti per giovani in formazione con un’introduzione di Alessandra Micoli
Leonardo Capano, A spasso per Milano, da Porta Vittoria a Porta Romana
Stefano Rolando, Per concludere. Corsi e ricorsi del tema “ricostruzione” come tema identitario. Milano e la memoria. Un tema plurale che presume una memoria plurale
Tavola rotonda
Introduzione: Paolo Giovannetti
Interventi: Maria Fratelli, Valentina Garavaglia, Giovanna Rosa, Francesca Tasso
Ringraziamenti
Indice dei nomi di persona
Indice dei luoghi
"Milano e la memoria: distruzioni, ricostruzioni, recuperi", a cura di P. Giovannetti e S. Moretti, Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2020 (Ricerche IULM. Comunicazione, arti e media, 9)
Indice:
Paolo Giovannetti, Introduzione
Simona Moretti, Memorie di Medioevo a Milano all'indomani del secondo conflitto mondiale
Paolo Giovannetti, Paura di ricostruire: Buzzati e la Milano del dopoguerra
Federica Fortunato, Rosantionetta Scramaglia, Ricostruire con poesia: Piero Bottoni e il QT8
Luca D'Albis, La trasformazione dei cinema a Milano nel dopoguerra
Luca D'Albis (a cura di), Intervista a Maurizio Porro
Luca D'Albis, Mappatura delle sale cinematografiche milanesi nel tempo
Massimo De Giuseppe, Milano: luoghi, esperienze di ricostruzione e utopie pacifiste tra il secondo dopoguerra e gli anni del boom economico
Martina Treu, Milano: la città-palinsesto di Emilio Isgrò
Annamaria Esposito, Chiara Fisichella, Recuperare e restituire la memoria. Temi e trame degli Ecomusei urbani della città di Milano
Giulia Andreini, Per una bibliografia della ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale
Indice dei nomi di persona
Indice dei luoghi della città metropolitana di Milano
Qui sotto gli autori presentano i contenuti salienti dei loro contributi contenuti nel volume.
Buzzati nel dopoguerra assume un atteggiamento curiosamente duplice rispetto al problema della ricostruzione (di Milano e non solo). Per un verso, alcuni suoi scritti anche molto noti (Paura alla Scala, ad esempio) esprimono un evidente timore del futuro, che infatti nella prospettiva dello scrittore rischia di essere compromesso dall’azione del “pericolo comunista”. Per un altro verso, però, Buzzati manifesta simpatia per un modo alternativo di abitare la metropoli e di viverne gli spazi pubblici, che può realizzarsi in chiave di condivisione comunitaria e giocosa. E tuttavia, con gli anni, si assiste a un approfondimento del primo aspetto, che a volte si trasforma in paura-fascino della Milano popolare – una metropoli sentita sempre più spesso come pericolosa e in fondo ostile.
Paolo Giovannetti
Questo saggio analizza un ‘recupero’ medievale post-bellico: la processione dei Magi che sin dal Medioevo si svolgeva a Milano, lungo le vie della città, il giorno dell’Epifania. Si doveva trattare di un evento a forte impatto visivo, che venne abolito in pieno clima di Controriforma dal cardinal Borromeo. Fu l’arcivescovo Montini, nel secondo dopoguerra, in una Milano alle prese con la ricostruzione, che il corteo-processione venne ripristinato. Con un altro carattere e altri significati e intenti. Una memoria annullata e ricreata.
Una tradizione che potremmo invece definire ininterrotta è quella della Candelora: ogni anno il 2 febbraio si svolge una processione che continua ad avere peculiarità e scenografie legate alla Milano medievale.
Soffermarsi su questi eventi ha offerto l’occasione per ribadire il legame tra azione liturgica o extra-liturgica e creazione iconografica. Legame che, sottolineo, non interessa solo il passato ma anche la nostra contemporaneità.
A cura di Simona Moretti
Il saggio prende le mosse dalla devastazione del tessuto urbano e sociale di Milano causata dalla guerra e dalla figura di un uomo che, in quella devastazione, trova lo slancio per ricostruire e donare ai milanesi un sogno: un quartiere modello e una montagna. Quell’uomo era Piero Bottoni, Commissario Straordinario della Triennale, che oggettivò il suo sforzo creativo nella realizzazione del QT8 (Quartiere sperimentale dell’VIII Triennale) e del Monte Stella. Nasceva così un modello urbano poetico e razionale al tempo stesso, nella sua visione riproducibile in altre zone periferiche della città. Un quartiere che favorisse l’integrazione sociale, che fosse collegato con il centro ma indipendente, con i suoi commerci, i suoi luoghi di socialità, la sua “strada vitale”.
Il QT8 era un progetto ambizioso e lungimirante riuscito, ma che nel tempo ha subito un inesorabile degrado, perdendo la sua vitalità in seguito alla chiusura dei commerci locali.
Attraverso una serie di interviste in profondità ai suoi abitanti è stato possibile capire quanto sia sopravvissuto dello spirito iniziale del suo fondatore e quanto sia andato perso; quali sono le speranze di chi ci vive e quali i progetti dell’amministrazione per il futuro.
A cura di Federica Fortunato e Rosantonietta Scramaglia
Dal lessico universale evocato da Pomodoro prende le mosse questo saggio che vuole analizzare il passaggio dai luo- ghi e simboli della guerra alla genesi di esperienze, tentativi, spazi e simboli della pace che si sarebbero sviluppati negli anni che andarono dalla ricostruzione postbellica al cuore del boom economico. In una stagione di sussulti creativi in cui Milano tornò al centro di reti glocal, per citare un’espressione cara a un altro suo cittadino illustre, Piero Bassetti, già giovane assessore al bilancio della Dc della giunta Ferrari e primo presidente della regione dal 1970, esponente dell’ala rinnovatrice della Dc e, in anni più recenti, fondatore dell’associazione Globus et Locus.
La città aveva sviluppato nel tempo non solo una fittissima rete di relazioni transnazionali, che in qualche modo aveva resistito alle devastazioni della guerra, ma aveva anche mantenuto in vita, non senza difficoltà, una solida e peculiare tradizione di attivismo sociale e di impegno caritatevole e di welfare, sia di matrice socialista, sia soprattutto di tradizione cattolica, lungo un percorso che sarebbe culminato nel secondo dopoguerra in esperienze come quella dell’ex alpino don Carlo Gnocchi con i suoi collegi per i mutilatini e i centri per la cura della poliomielite infantile.
A suo modo Milano, pur snodo dell’industria siderurgica, bellica, della cantieristica lombarda, nonché di banche, casse di risparmio, del primo polo fieristico nazionale e della Borsa era stata una città viva anche sul fronte del pacifismo dei primordi del Novecento.
A cura di Massimo De Giuseppe
Nel progetto speciale di Ateneo, come appare evidente nelle interviste nei contributi online e nel volume in preparazione, si possono riconoscere alcune voci o contributi legati a figure-chiave della vita culturale milanese, altri più focalizzati sui luoghi-simbolo della città.
Nel caso di Emilio Isgrò mi pare impossibile distinguere tra le due voci citate: ai miei occhi la sua figura d’artista è tutt’uno con i luoghi che abita, modifica e fa rinascere con la sua arte. La città e il personaggio sono una matassa inestricabile di ricordi biografici individuali e collettivi, privati e pubblici, singolari e collettivi.
A cura di Martina Treu
Il paesaggio culturale, il patrimonio tangibile e intangibile, il genius loci – inteso come l’identità di un luogo – costituiscono le trame dell’ecomuseo, istituzione orientata a conoscere, far conoscere e promuovere i temi legati alla memoria storica delle tradizioni, della cultura materiale, del sapere tramandato e del modo in cui l’insediamento rurale, industriale, urbano ha caratterizzato l’evoluzione di un determinato paesaggio culturale e con esso la vita della comunità locale. Proprio quest’ultima rappresenta il soggetto più rilevante cui l’ecomuseo è rivolto.
Esplorando i temi e le trame degli Ecomusei urbani che sussistono nel territorio della città di Milano questo saggio si focalizza in particolare sull’esperienza dell’EUMM, Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord, prima realtà ecomuseale non solo della città metropolitana ma della Lombardia, e ne analizza le specificità, anche dal punto di vista organizzativo-gestionale, suggerendo, nelle conclusioni, alcuni possibili spunti manageriali.
L’EUMM rappresenta per tutta l’area compresa nel territorio del Parco Nord Milano il luogo della memoria, il luogo in cui il territorio urbano e la periferia si incontrano, il punto di osservazione dal quale la comunità può riscoprire il passato e intravedere le trasformazioni future.
Annamaria Esposito e Chiara Fisichella
Nella coscienza storica, il secondo dopoguerra ha dato inizio a ciò che per più di tre decenni ha costituito il periodo più florido per il nostro cinema.
Dalle macerie del conflitto, non solo emerge una nuova generazione di cineasti in grado di rivoluzionare pratiche di visione, attraverso un processo di modernizzazione della grammatica filmica, ma, allo stesso tempo, il flusso verso le sale cresce esponenzialmente, entrando pienamente tra le abitudini degli italiani.
A cura di Luca D’Albis