- HOME
- Seminari formativi
Educarci alla transdisciplinarità
Di cosa parliamo quando parliamo di “transdisciplinarità”? La transdisciplinarità esprime l’esigenza di percorsi di educazione e ricerca capaci di oltrepassare i confini disciplinari senza limitarsi a giustapporre discipline diverse (multidisciplinarità) o a contaminarle localmente (interdisciplinarità). L’idea è quella di una riorganizzazione profonda della dinamica di costruzione del sapere. Si tratta di un aspetto essenziale della riforma del nostro paradigma di conoscenza, per affrontare le sfide e le crisi della contemporaneità. Tutte le sfide e le crisi dell’umanità planetaria – democratica, ambientale, energetica, pandemica, economica, geopolitica, educativa … – sono altrettante sfide e crisi cognitive. L’ostacolo alla comprensione delle sfide e delle crisi non sta solo nella nostra ignoranza, ma si annida anche e soprattutto nella nostra conoscenza, nel modo in cui questa è prodotta, organizzata e trasmessa.
La specializzazione disciplinare ha apportato molte conoscenze. Ma queste conoscenze sono incapaci di cogliere i problemi multidimensionali, fondamentali e globali. I modi di pensare che utilizziamo per trovare soluzioni ai problemi più gravi della nostra era planetaria costituiscono essi stessi uno dei problemi più gravi che dobbiamo affrontare. Più i problemi diventano multidimensionali, maggiore è l’incapacità di pensare la loro multidimensionalità; più le crisi avanzano, più aumenta l’incapacità di pensare le crisi; più i problemi diventano globali, maggiore è l’incapacità di raffigurarli.
La coscienza dei problemi planetari non può esistere quindi senza un pensiero capace di collegare le nozioni ancora disgiunte e i pensieri ancora compartimentati. Per affrontare questi problemi abbiamo bisogno di una nuova forma di pensiero. In altri termini: abbiamo bisogno di una riforma del pensiero e, inseparabilmente, di una riforma dell'educazione.
L’Università IULM è lieta di inaugurare un progetto intorno al tema della transdisciplinarità attraverso alcuni incontri con autorevoli personalità che hanno riflettuto in profondità su un approccio transdisciplinare all’educazione e alla ricerca, nella consapevolezza che la conoscenza dei problemi del nostro tempo (anche sul piano delle singole professionalità), e la capacità di affrontarli, non possono esistere senza un approccio capace di collegare prospettive, linguaggi e forme di conoscenza, nell’orizzonte di un nuovo Umanesimo.
Ivano Dionigi è Professore Emerito di Lingua e Letteratura latina dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, di cui è stato Magnifico Rettore dal 2009 al 2015. È Presidente della Pontificia Accademia di Latinità e del Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura, Direttore del Centro Studi “La permanenza del classico”, Presidente di Garanzia del Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco”. Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Tra i suoi libri più recenti, si segnalano Il presente non basta. La lezione del latino (Mondadori 2016); Quando la vita ti viene a trovare. Lucrezio, Seneca e noi (Laterza 2018), Osa sapere. Contro la paura e l’ignoranza (Solferino 2019); Parole che allungano la vita. Pensieri per il nostro tempo (Raffaello Cortina 2020); Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno (Laterza 2020), Benedetta parola. La rivincita del tempo (Il Mulino 2022).
Clicca qui per accedere ai contenuti
Le neuroscienze mettono sempre più in evidenza la composizione duale del soggetto che rende ciascuno di noi, contemporaneamente, attore e testimonio di sé, articolato in un «io» che si muove e agisce e in un «io» che assiste, critica, corregge, tiene memoria e infine giudica. Il nostro vissuto sarebbe pertanto il risultato di un continuo accoppiamento e scambio tra questi due soggetti, allo stesso tempo opposti e complementari, che si inseguono l’un l’altro. Ciò che chiamiamo «persona» si costruirebbe così in una sorta di scena teatrale, in una relazione senza soluzione di continuità fra il «senso della realtà» e il «senso della possibilità», in un dialogo ininterrotto fra la percezione e l’immaginazione. In questo palcoscenico la memoria sarebbe orientata non tanto verso il passato, con la funzione di archiviare le esperienze, quanto verso il futuro, per potere farne tesoro, migliorando via via le prestazioni da mettere in atto, in una fattiva collaborazione tra tradizione e innovazione.
Silvano Tagliagambe è professore emerito di Filosofia della scienza presso l’università di Sassari. Si è laureato in filosofia a Milano con Ludovico Geymonat e si è perfezionato in fisica all’università Lomonosov di Mosca. È stato professore di Filosofia della Scienza presso le Università di Cagliari, Pisa, Roma “La Sapienza” e Sassari. È direttore della collana “Eredità di Pavel Florenskij. Opere e studi” dell’editore Mimesis e condirettore, con Dario Antiseri, della “Piccola biblioteca del pensiero occidentale”, dell’editore Rubbettino. Autore di più di 400 pubblicazioni, si occupa dei processi della comunicazione, dell’analisi dei più recenti risultati della fisica e delle neuroscienze e dell’approfondimento del loro significato epistemologico, di psicologia analitica, della filosofia della medicina, della filosofia del digitale, della città e dello spazio pubblico in rapporto all’organizzazione delle reti e della conoscenza, del legame tra cultura umanistica e cultura scientifica, del pensiero scientifico e filosofico russo.
Clicca qui per accedere ai contenuti
Dal 2018 il Politecnico di Torino ha avviato una serie di iniziative con l'obiettivo di favorire un dialogo più serrato e più ampio tra, da una parte, le discipline ingegneristiche classiche e, dall’altra parte, le scienze umane e sociali. A distanza di quattro anni le tre principali iniziative – Biennale Tecnologia, l'insegnamento “Grandi sfide” e il centro Theseus su tecnologia, umanità e società – sono operative, rendendo il Politecnico un pioniere a livello nazionale e avvicinandolo alle migliori esperienze internazionali.
Juan Carlos De Martin è professore ordinario di ingegneria informatica al Politecnico di Torino, dove è Vice Rettore per la cultura e la comunicazione e co-dirige il Centro Nexa su Internet e società. Dal 2011 è associato al Berkman Klein Center for Internet & Society dell'Università di Harvard. Insieme al giornalista e saggista Luca De Biase ha ideato e cura Biennale Tecnologia ("Tecnologia e/è Umanità"). È membro del consiglio scientifico dell’Enciclopedia Treccani e del comitato d'indirizzo di Biennale Democrazia. Dal 2014 al 2018 è stato membro della Commissione per i diritti e i doveri in Internet istituita dalla Presidente della Camera dei Deputati. È membro dell'IEEE - Institute of Electrical and Electronic Engineers ed è autore di oltre 120 articoli scientifici, capitoli di libri e brevetti internazionali. È autore del libro Università futura – tra democrazia e bit, e ha curato, insieme a Dulong de Rosnay, il libro The Digital Public Domain: Foundations for an Open Culture.
Clicca qui per accedere ai contenuti
L’innovazione è un fenomeno multidimensionale: antropologico, culturale, sociologico, economico-finanziario, organizzativo, nonché tecnologico. La trasversalità intrinseca del fenomeno richiede approcci trasversali per agirlo e lenti multifocali e prospettiche per interpretarlo. Attraverso immersioni teoriche che spaziano dall’economia alla teoria organizzativa e analisi letterarie e storiche, l’obiettivo della lezione è di offrire spunti di riflessione per una lettura complessa del fenomeno innovazione.
Andrea Prencipe (PhD) è Rettore della Luiss Guido Carli e Professore di Organizzazione e Innovazione. Ha ricoperto incarichi accademici presso l’Università del Sussex, l’INSEAD e l’Università G. d’Annunzio; è stato Visiting Professor alla Rotterdam School of Management, alla BI Norwegian Business School e all’Imperial College di Londra. La sua attività di ricerca verte sull’organizzazione dell’innovazione, sulle organizzazioni project-based e sulle relazioni tra capitale sociale e processi innovativi. Il suo impegno, nel ruolo di Rettore, è volto a sostenere l’innovazione accademica, incoraggiare gli studenti ad assumere un ruolo attivo nella propria formazione e assicurare che l’Università contribuisca concretamente al progresso socio-economico.
Clicca qui per accedere ai contenuti