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Tutto muscoli e tutto cervello
Ti sei mai chiesto cosa accadrebbe se le mosse sul tabellone degli scacchi prendessero vita in un ring?
Ecco la particolare storia dello scacchi-pugilato.
Muscoli e cervello: questa è la combinazione che caratterizza il chess-boxing. Sebbene possa sembrare un “ossimoro sportivo”, questo sport molto complesso è costituito da una lotta di forza fisica e mentale. Bisogna pensare, pianificare ed essere un buon stratega sia sul ring, che nel piccolo della scacchiera.
In questa disciplina, aperta sia a uomini che a donne, gli atleti si affrontano su una distanza di 11 riprese; si inizia con un round di scacchi e si continua con uno di pugilato, ciascuno della durata di 3 minuti.
Si vince o “per scacco matto” o per KO dell’avversario.
Ma chi ha avuto l'idea di portare una scacchiera sul ring?Il tutto nasce da una graphic novel intitolata “Freddo Equatore” in cui il protagonista gioca prima un incontro di box e successivamente una partita a scacchi. Nel 2003 l’artista e imprenditore olandese Iepe Rubingh, ispirandosi al fumetto, introduce questa combinazione “nel mondo reale”, creando un nuovo sport, ora regolato dalla World Chess Boxing Organisation (WCBO) che organizza campionati mondiali ed europei.
La capitale mondiale dello scacchi-pugilato è Londra, ma anche in Italia questo sport sta prendendo sempre più piede. Di fatto, questa specialità vanta nel nostro territorio una propria Federazione, nata nel dicembre 2012 a Spoleto, e un atleta di valore internazionale: Niccolò Tiraboschi, attuale campione del mondo.
Quindi, siediti, prendi fiato e preparati a farti trasportare dal ritmo incalzante dello scacchi-pugilato: che la tua mente possa essere acuta e il tuo gancio micidiale!
Articolo scritto da: Lucia Mazzolari