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"Giocare" a Marsiglia è un inferno, letteralmente.
Nel 1995, all’inizio di Casino Totale, uno dei suoi più celebri romanzi, lo scrittore Jean-Claude Izzo presenta Marsiglia in questo modo: “Non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente”. “Essere” e soprattutto “violentemente” due parole che, tristemente, i tifosi della squadra di calcio della città hanno preso troppo alla lettera.
I tifosi del Marsiglia sono legati a uno dei culti ultras più radicati d’Europa e agiscono seguendo logiche e filosofie che si discostano da quelle di un semplice tifoso allo stadio. Siamo all’inizio degli anni ‘80 quando sugli spalti del Velodrome compaiono i primi gruppi di tifo organizzato: i Commando Ultras, le cui azioni influenzeranno con gli anni gran parte delle tifoserie francesi.
Gli ultras marsigliesi si sono fatti la brutta nomea di essere molto violenti, rendendosi protagonisti di fatti incresciosi come quello del mese scorso nei confronti di Fabio Grosso. Prima del match tra Marsiglia e Lione, i “tifosi” di casa hanno preso d’assalto il pullman dei calciatori ospiti, scagliando sassi e oggetti vari contro i vetri del veicolo. Proprio il campione del mondo nel 2006, attuale allenatore del Lione, è rimasto ferito vicino all’occhio sinistro e sono serviti ben 15 punti di sutura per chiudere il taglio, poteva andare decisamente molto peggio.
Fonte: The Guardian
Credete che quanto accaduto a Grosso sia già abbastanza? Allora aspettate di sentire cosa è successo all’ex allenatore marsigliese Marcelino e all’ex presidente Longoria, costretti a rassegnare le loro dimissioni nel 2013 dopo essere stati minacciati di morte da un cospicuo gruppo di ultras per aver ottenuto alcuni risultati deludenti.
Meno grave, ma ugualmente inaccettabile, è quanto successo alla stella brasiliana Neymar pochi anni fa. Durante una partita contro il Marsiglia, il calciatore del PSG ha dovuto battere un calcio d’angolo letteralmente scortato dalla polizia. I tifosi di casa, infatti, gli stavano facendo piovere addosso di tutto: dagli accendini ai caricatori per cellulari.
Fonte: Getty Images
Oltre agli episodi citati, ci sono altre decine di casi di disordine e violenza che hanno coinvolto i tifosi del Marsiglia. Mantenere l’ordine pubblico, quando si gioca al Velodrome, è diventata ormai una missione quasi impossibile per le forze dell’ordine. La Francia, adesso, studia possibili, drastiche, soluzioni in vista delle Olimpiadi transalpine del prossimo anno.
Articolo scritto da: Tommaso Di Giammartino