FAIRE

FAIRE - Riccardo Manzotti

Il progetto nasce per soddisfare quale tipo di esigenza?

FAIRE (FAshIon REplatforming hub )è un HUB di innovazione digitale nel settore Moda e Design, un driver di cambiamento per le aziende lombarde nel settore della moda, del design e anche del retail. Il suo obiettivo è riprogettare la filiera di questo settore per uniformarla allo stato dell’arte attuale di quelle tecnologie digitali giunte a maturazione e diventate essenziali per garantire la competitività con altre realtà internazionali. In particolare, progetto realizzerà soluzioni ad hoc a partire dagli strumenti offerti da AI, Big Data, Cognitive Automation, RPA, Deep Learning.

Nell’ambito di queste aree tecnologiche, il consorzio implementerà specifiche sperimentazioni verticali, nonché, attività di formazione e trasferimento tecnologico per favorire la produzione di nuove idee. Grazie alla partecipazione della IULM e la sua presenza nel settore della formazione, il consorzio attiverà un master per diffondere queste competenze e creare un bacino di professionisti in grado di sviluppare ulteriormente questo settore.

Quali sono i partner del progetto e come si sono divisi i compiti?
Il consorzio si compone di una serie di partner di eccellenza che coprono tutte i punti chiave del comparto. In particolare, abbiamo Ds Tech, Live Tech, Fashion Technology Accelerator, Centro Ricerche E Studi Dei Laghi, IULM, Dedagroup, Triboo Digitale. Ognuno di questi partner ha le competenze e l’esperienza per affrontare un aspetto specifico. Ds Tech si occupa di integrare il consorzio nella sua totalità e IULM, oltre a offrire le sue competenze specifiche nel campo della moda, del design e della comunicazione, si occuperà della gestione e progettazione del Master in modo da diffondere le competenze e i risultati del consorzio a una realtà più ampia.

Quali saranno le ricadute pratiche del progetto?
Il progetto interviene su tutti i passaggi chiave del comparto della moda e design. Le tre parole chiave sono integrazione, uniformità e competitività. Uno dei punti deboli della situazione italiana è il fatto che, soprattutto in un settore tradizionale e quindi con un grande passato, spesso frutto di iniziative singole e della creatività di piccoli gruppi di talento, non esiste ancora una cultura uniforme dell’utilizzo della tecnologia digitale. È importante intervenire a livello globale e non di singola soluzione o di singolo problema. Proprio per questo è stato fondamentale lo strumento della Regione Lombardia per poter creare un vero e proprio HUB di innovazione che individui e analizzi le criticità, proponga soluzioni nuove in modo coordinato e uniforme e infine proceda alla loro disseminazione in modo da generare, non solo soluzioni, ma anche una nuova cultura di impresa e di integrazione tra il digitale e gli aspetti più creativi e originali del settore moda e design.
Il progetto è attivo in moltissimi settori: il Demand Forecasting & Replenishment (dove si stanno realizzando soluzioni predittive che sfruttano algoritmi dal mondo dell’AI e del Machine Learning per automatizzare i processi di rifornimento deli articoli continuativi, riducendo costi e aumentando le prestazioni), la User Experience Customization (dove si preparano soluzioni che sfruttano l’elaborazione del linguaggio naturali, la text analytics e il data mining, oltre a semantic technologies e machine learning) interventi sul processo di catalogazione per renderlo più automatico, rapido e a prova di errore.
ll’hub si pone l’obiettivo di diventare un polo di eccellenza europeo in ambito Big Data e Intelligenza Artificiale per il settore della moda, e nel corso di 5 anni a livello internazionale. Le attività di Dissemination e Exploitation del progetto saranno dedicate non solo verso il mercato italiano ma anche europeo con la strategia di ingaggiare stakeholder e futuri partner appartenenti non solo alle case di moda, ma anche aziende di tecnologia e università.
La IULM ha così pianificato un Master in Soluzioni AI & Digital per Moda, Design & Retail mirato a selezione professionisti di eccellenza, selezionare imprese e soluzioni, utilizzare l’esperienza e i prodotti del progetto come veri e propri case study per offrire una esperienza in prima persona e sul campo, rendere disponibile lo stato dell’arte applicato delle tecnologie digitali applicate a moda, design e retail, mostrare le criticità e i punti di forza della realtà regionale/nazionale confrontata al mondo internazionale, tenere in considerazione anche le difficoltà e opportunità determinate dalle recenti modifiche della società a seguito della pandemia e dell’evoluzione tecnologica in generale, unire intelligenza artificiale e machine learning a moda, design e retail e, infine, non ci dispiacerebbe aggiungere anche qualcosa di veramente innovativo e rivolto al futuro, come un analisi e studio della possibilità di utilizzare la AI per creare nuovi prodotti.

All'estero questo tipo di innovazione esiste ed è già a uno stadio già avanzato? Come si posiziona l'Italia in questo ambito a livello internazionale?
La realtà italiana è sempre stata caratterizzata da una elevata creatività che però spesso si è associata a una certa artigianalità che è sicuramente un punto di forza per garantire originalità e qualità ma, al crescere della scala delle imprese e dei mercati, fatica a essere competitiva con un mondo internazionale sempre più caratterizzato da dimensioni legate alla globalizzazione. In questo caso si tratta di raggiungere le dimensioni e i volumi critici che consentono di essere competitivi e aggiornati senza però perdere le specificità singoli che consentono ai marchi italiani di proporre qualcosa di unico e di prezioso. Per questo motivo la possibilità offerta dalla regione Lombardia, ovvero quella di creare un consorzio come il nostro, è cruciale e benvenuta perché consentirà alle piccole e medie imprese, che da sole non potrebbero accedere a questi domini tecnologici di punta
Che ruolo ha avuto Regione Lombardia e quanto ha fatto la differenza partecipare al bando per il cofinanziamento?
La Regione Lombardia ha avuto un ruolo cruciale nel creare le condizioni per individuare gli obiettivi strategici sia a livello tecnologico che territoriale. Come accennavo prima, questi strumenti sono fondamentali in una realtà dove in parallelo ad alcuni realtà molto grandi, che quindi hanno le risorse economiche e umane per creare i propri strumenti, esistono però tantissime aziende medio piccole che, a fronte di una grande tradizione e di un prodotto di qualità, non sono però in grado, per lo meno nei tempi richiesti dalla rapidissima evoluzione del mercato, di accedere a tecnologie e soluzioni per tutti gli ambiti della loro attività con il rischio di soluzioni non ottimali, non sufficientemente integrate, parziali, o non aggiornate.
Con questo consorzio (e altre iniziative simili) la Regione Lombardia crea la possibilità di generare valore a fronte di un investimento che agisce in modo strategicamente vincente, si crea un volano che permetterà a un numero molto grande di aziende di migliorare la propria collocazione tecnologica e, si spera, consentirà a queste realtà di avere un approccio uniforme che consentirà, a livello regionale, una maggiore sinergia, integrazione, collaborazione e, conseguentemente, una maggiore competitività a livello nazionale.