La riserva di funzione amministrativa: una rilettura della discrezionalità amministrativa

Responsabile: Antonella Sau

Anno 2023

Il progetto di ricerca si propone di analizzare in che termini sia configurabile nel nostro ordinamento una “riserva di amministrazione”.

L’assenza nella Costituzione Repubblicana di una norma che attribuisca espressamente in via esclusiva il potere di emanare atti amministrativi alla sola pubblica amministrazione ha consentito al legislatore, con il sostanziale avallo della Corte costituzionale, di invadere gli spazi dell’amministrazione con l’adozione di leggi provvedimento e più in generale di atti normativi a basso tasso di generalità.

L’esistenza di una riserva di funzione amministrativa non si risolve tuttavia nel tema classico ed ampiamente indagato dalla dottrina della legittimità costituzionale delle leggi provvedimento ma attiene, ancor prima ed in termini più generali, al ruolo (“autonomo” e non “servente” altri poteri costituzionali, rectius quello legislativo) svolto dalla pubblica amministrazione nella soddisfazione dei bisogni della collettività, che sempre più richiedono l’attivazione di competenze tecniche e un bilanciamento in concreto di interessi che il legislatore non può svolgere in maniera ottimale e che per tale via viene sottratto al sindacato del giudice amministrativo in contrasto con l’effettività e la pienezza della tutela giurisdizionale richiesta dall’articolo 113 Costituzione, come letto ed interpretato anche alla luce della giurisprudenza comunitaria e della Corte Europea dei diritti dell’Uomo.

La configurabilità o meno di una riserva di funzione amministrativa incide profondamente sull’assetto dei rapporti tra potere legislativo ed amministrativo in un’epoca segnata dalla “crisi” della legge, da “un’amministrazione pubblica a cui si chiede sempre di più ma che amministra sempre meno” (M. Cammelli, Amministrare senza amministrazione, in Il Mulino, 2016, 4) e da un rapporto conflittuale tra amministrazione e giurisdizione sulla quale si scaricano, a sua volta, tutte le tensioni e le incertezze del rapporto tra potere legislativo e amministrativo. Le sfide che attendono il nostro Paese, nella gestione delle risorse messe a disposizione dal PNRR, rendono il tema ancora più attuale nella misura in cui guarda al rapporto “disturbato” tra gli attori/attuatori principali del Piano.