Le implicazioni ed i confini del distanziamento sociale durante il lockdown italiano
Anno 2020
Questo progetto ha indagato i modi in cui il distanziamento sociale e il confinamento domestico sono stati vissuti e percepiti nel contesto socioculturale italiano, durante il lockdown nazionale a marzo-aprile 2020.
Il fine è stato quello di valutare come queste misure hanno rimodellato la nostra vita quotidiana, la sfera lavorativa e familiare, e quali sono le diverse implicazioni sociali.
La ricerca si basa su numerose interviste semi-strutturate a lavoratori essenziali (medici, cassieri, ecc.), bloccati (parrucchieri, ristoratori, ecc.) o remoti (insegnanti, white collar workers, ecc.) e fa luce sui processi di costruzione del senso e di significati intersoggettivi intorno alle restrizioni di confinamento domestico e distanziamento sociale emersi durante il lockdown.
I risultati mostrano che durante la quarantena nazionale gli individui hanno dovuto riformulare completamente le loro prassi quotidiani, ridefinendo così i confini della loro esperienza.
Alcuni individui hanno dovuto fare i conti con una mancanza di spazi personali, un grande sovraccarico di stress e il crollo dei tradizionali tipici tra la sfera professionale e quella privata. Diverse problematiche personali, famigliari e lavorative hanno quindi richiesto alle persone una gestione complessa delle proprie attività quotidiane.
In particolare, a seguito di una massiccia estensione del lavoro transmediale, i lavoratori remoti (spesso denominati “smartworkers”) hanno vissuto una vita estremamente "fratturata" e "always on". Durante il lockdown, il ruolo ancora più pervasivo dei media digitali ha favorito la convergenza di spazi e tempi diversi all'interno dello stesso posto: la casa, in cui è avvenuta l'erosione della distinzione tra vita privata e professionale e l'esacerbazione delle precedenti disuguaglianze sociali, soprattutto di genere e digitali. In ultima analisi, emerge anche che le logiche capitalistiche di piattaforma e sorveglianza sono state ulteriormente rafforzate, con i media algoritmici diventati ormai gli ambienti prediletti in cui e tramite cui comunicare con gli altri.