Una studentessa IULM ha vinto con il suo team Hack a Toy, la maratona di idee lanciata da Clementoni per trovare la combinazione perfetta tra fisico e digitale e offrire ai più piccoli un'esperienza di gioco nuova e senza limiti.
Una maratona di idee per trovare la combinazione perfetta tra fisico e digitale e offrire ai più piccoli un'esperienza di gioco nuova e senza limiti. Si tratta di Hack a Toy, la sfida lanciata da Clementoni, la storica azienda da oltre 60 anni leader nel campo del gioco educativo: due giorni per progettare i giocattoli del futuro ma anche per rinnovare, in chiave tecnologica, i prodotti già presenti nel catalogo. Alla sfida hanno partecipato 11 team, composti da studenti provenienti da tutta Italia.
Nel gruppo vincitore, si è distinta Alexia Guida, studentessa del Corso di Laurea Magistrale in Strategic Communication che con il suo team ha saputo integrare nuove funzionalità digitali o tecnologiche all'interno del giocattolo classico per dotare i bambini di nuovi strumenti di gioco educativi.
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Perché hai scelto di partecipare alla sfida lanciata da
Clementoni “Hack a Toy”? Raccontaci la tua esperienza
Ho scelto di partecipare a questo concorso per diverse ragioni, prima di tutto mi piace molto mettermi in gioco e provare a dare il mio meglio in un nuovo tipo di sfida, non con puramente lo scopo di vincere, ma per cercare di accrescere le mie capacità ancora di più. Mi ha affascinato molto anche l’idea di poter essere selezionata da tutti Italia, tra studenti e lavoratori provenienti da ambiti di studio differenti. E per ultimo, uno dei motivi per cui ho partecipato era per l’obiettivo del brief della challenge. Clementoni ha proposto tre brief differenti, ma uniti da un unico scopo: quello di creare un giocattolo nuovo da inserire nel loro catalogo e mettere in produzione.
Com’è nata l’idea presentata dal tuo gruppo? Come si è
svolto il lavoro?
Il mio gruppo formato da Dario, Federica, Silvia, Laura, Roberta, Saverio ed io, aveva il compito di progettare un giocattolo che fosse presente in maniera tradizionale nel catalogo Clementoni, ma con un’aggiunta di modernità, creandone una versione digitale, dinamica, musicale ecc. L'obiettivo era applicare la tecnologia ad un gioco educativo classico.
Una prima parte del progetto era dedicata alle ricerche degli andamenti di mercato, delle tendenze, dei vecchi giocattoli, del target di riferimento e molte altre informazioni teoriche da trovare e consegnare entro la mattinata. Nel pomeriggio ci siamo dovuti dedicare al briefing del giocattolo: ossia capire, grazie alle informazioni trovate, cosa creare. Una volta concordata l’idea abbiamo dovuto progettare il nostro gioco ‘’Crea una sinfonia’’ sotto ogni punto di vista, dalle parti tecniche che lo componevano, alla scelta del colore, della forma, lo sviluppo tecnologico e tutti i dettagli tecnici.
Il giorno dopo la consegna del progetto, abbiamo avuto la mattinata per decidere la campagna di marketing più adatta. Questo è stato il compito principale di cui sono stata responsabile: bisognava creare una campagna comunicativa completa che comprendeva le piattaforme digitali, la stampa, spot televisivo, radio e packaging. Ho dovuto creare dei moodboard e delle grafiche che rappresentassero al meglio l’output.
Consegnato il progetto, abbiamo dovuto presentarlo alla commissione Clementoni.
La presentazione finale doveva contenere la ricerca dalla quale era emerso che la voglia di tornare all’aperto e di relazionarsi con gli altri è una delle necessità dei bambini, ill target di riferimento, le aree di opportunità, l’idea del progetto con concept, componenti tecnici, libretto di istruzioni del gioco, grafiche con simulazione del gioco, caratteristiche e dettagli tecnici, la campagna di comunicazione, sviluppi futuri.
Il gruppo di cui hai fatto parte ha vinto la sfida “Hack a
Toy”, a cui hanno partecipato 11 team composti da studenti provenienti da tutta
Italia. Un risultato sicuramente gratificante! Secondo te cosa è stato
maggiormente apprezzato del vostro progetto?
La vittoria di questo Hack-a-toy è dovuta sicuramente dalla presenza del team perfetto. Inoltre, la presenza di persone provenienti ognuna da diverse facoltà e percorsi di studio ha permesso a ognuno di potersi esprimere al meglio nel suo ambito.
A livello più tecnico, siamo stati premiati per la completezza del progetto, per la parte di ricerca molto dettagliata e per lo sviluppo del prodotto creato su di essa, per la realizzazione delle grafiche, delle immagini in 3D del gioco e per i dettagli, strutturati da uno storytelling unico, riguardo la campagna di marketing.
Quanto ti hanno aiutata gli insegnamenti del tuo Corso di
Laurea Magistrale in "Strategic Communication"?
Strategic communication è un corso nel quale la presenza di progetti e lavori di gruppo è molto elevata e questo mi ha permesso di lavorare bene con i ragazzi, riuscendo a gestire bene le tempistiche e gli obiettivi finali. A livello pratico, è stato fondamentale saper creare una brand identity nei dettagli, saper fare un lavoro di ricerca che abbia dato le basi per le idee creative, aver studiato la promozione di campagne di comunicazione in ogni piattaforma digitale e tradizionale con alla base uno storytelling. Quasi ogni materia trattata è stata fondamentale per aggiungere dei piccoli pezzi di puzzle che mi hanno permesso di ottenere questa vittoria a livello nazionale e di avere tra gli scaffali dei giocattoli un gioco ideato da me.