Le professioni della comunicazione del Terzo Settore

Comunicazione - Data pubblicazione 15 settembre 2023 - Data evento 10 ottobre 2023

Martedì 10 ottobre si è tenuto in IULM un convegno sulle professioni della comunicazione del Terzo Settore.

Il mondo della comunicazione è costantemente alla ricerca di figure professionali in grado di portare nuove competenze e visioni all’interno dei processi di relazione e promozione di brand, prodotti e identità. L’Università IULM è luogo in cui queste professionalità si formano – nei vari corsi di laurea e in specifici insegnamenti - e hanno modo di sviluppare le caratteristiche funzionali adatte per interpretare al meglio il cambiamento e l’innovazione in corso nei processi comunicativi del terzo millennio.

In particolare il mondo del Terzo Settore o del Non Profit, esprime un’esigenza impellente di inserire nei propri organici professionisti della comunicazione che, da un lato, possano colmare il gap culturale in molti casi ancora presente tra il “fare” e il “comunicare”; e dall’altro sviluppare tecniche e strumenti, propri delle comunicazione sociale, che sono essenziali per l’operato e la narrazione dell’intero comparto.

Alla luce di quanto premesso si è ritenuto utile organizzare un momento di dibattito, riflessione e confronto che potesse mettere in luce, a beneficio in primo luogo degli studenti, le opportunità professionali offerte dal settore del non profit nell’ambito della comunicazione. Un aspetto a volte non così evidente e probabilmente sottovalutato, con un potenziale notevole di offerta, sia in termini quantitativi sia qualitativi, che vale la pena di esplorare portando al tavolo esperti, professionisti, operatori del Terzo Settore, casi di interesse. L'obiettivo del convegno era dunque fotografare, nella sua prima parte, la situazione attuale fornendo dati e statistiche aggiornate sulla professionalizzazione di studenti delle facoltà di comunicazione nel mondo delle associazioni di Terzo Settore e nel Sociale organizzato.

Il convegno si è aperto con l'intervento del Prof. Massimo De Giuseppe (Delegato del Rettore per l’inclusione e la disabilità): “Inauguriamo una due giorni dedicata alla salute mentale - ha anticipato il Professore. L'incontro di oggi, in particolare, è un esperimento per provare a ragionare sul senso della comunicazione del terzo settore. L’esperienza della vita universitaria dovrebbe aiutare a capire come la comunicazione non si rivolga solo al mondo politico e delle aziende, ma che ha tutta un’altra realtà che offre concrete possibilità di lavoro: una realtà che spazia da progetti globali ad altri glocal. L’obiettivo è partire da qui per arrivare, un giorno, alla costituzione di un osservatorio della comunicazione del terzo settore, e di un Master nella comunicazione per la cooperazione internazionale.”

Ha fatto seguito l'intervento di Maurizio Trezzi (docente di “Comunicazione del Settore Non Profit”): “Gli studenti entrano in IULM pensando di completare un percorso formativo che li porterà a lavorare in azienda. Quanti pensano di lavorare invece per associazioni come Emergency, o Medici senza frontiere? Con l’Ufficio Career Service abbiamo dato un’occhiata alla banca dati di AlmaLaurea e svolto un sondaggio, provando a sviluppare una ricerca per capire l’evoluzione delle professionalità all’interno di questo settore. Ne è emerso che gli studenti impiegati in stage e tirocini, nell'ambito della comunicazione, si occupano principalmente di scrivere testi, fanno un po' di media relation e quasi mai sono impiegati in attività che riguardano la parte digital. Manca inoltre un livello progettuale: i ragazzi sono svolgono ruoli molto operativi, mentre non vengono ascoltati per elaborare progetti strategici. La comunicazione, in questo settore - ha proseguito Trezzi - è più affermata che praticata: solamente il 53% dei soggetti interrogati ha al suo interno personale che se ne occupi. E i comunicatori risultano un po' tuttofare, perché oltre a essere impiegati in attività di comunicazione svolgono anche altre mansioni.”

Umberto Ambrosoli (Presidente Fondazione BPM e Banca Aletti), ha evidenziato come “nel terzo settore fare viene prima di far sapere che si fa. Questo ci introduce a una questione fondamentale: perché occuparsi di comunicazione nel terzo settore può essere fonte di soddisfazione? Perché la comunicazione è lo strumento che meglio permette di fare, perché sensibilizza la comunità verso un bisogno, perché permette di coinvolgere nuovi volontari o attori per il raggiungimento dello scopo (e di raccogliere nuove risorse economiche), ma soprattutto perché è lo strumento che restituisce a chi ha sostenuto l’associazione il valore del suo sostegno. In una società come la nostra - dove spesso le persone vengono escluse, dove la sensibilità verso gli altri è superata dal pragmatismo verso se stessi - comunicare nel terzo settore è collante di sensibilità. Aiutare le realtà del terzo settore a comunicare è aiutare la società in cui viviamo a essere comunità, a condividere la soddisfazione di vivere la responsabilità verso gli altri.”

A chiudere la prima parte di interventi è stato Filippo Nani (Presidente FERPI): “Il terzo settore è un ambito interessante perché vi si costruiscono relazioni non per il potere. Chi lavora nelle associazioni non-profit non può scioperare, perché deve comunque aiutare le persone di cui si occupa. La relazione non è determinata da uno scambio col potere, dunque, ma da un rapporto umano. È un settore su cui si può sperimentare e ha ampi margini di crescita: e questo per uno studente è importantissimo. Va sicuramente preso in considerazione - ha continuato Nani - il tema della reputazione: in un settore come questo la reputazione delle associazioni è fondamentale, e lo è altrettanto il linguaggio utilizzato. Per questo la parola chiave è fiducia: costruire relazioni di fiducia è tutto, e lo si può fare anche e soprattutto grazie alla comunicazione. Essa permette ad esempio di difendersi dalle fake news, un tema sempre più vicino alle non-profit e legato alla difesa di quella reputazione che si citava prima. Ammiro molto chi si occupa di comunicazione nel terzo settore perché non è affatto semplice: ci si ritrova a dover affrontare problemi di budget, ma allo stesso tempo è un campo che lascia molto spazio alla fantasia. C'è bisogno di una spinta culturale molto forte, e noi come associazione cercheremo di farlo negli anni a venire."

Nella seconda parte del convegno, prima della chiusura dei lavori, l'incontro ha visto una tavola rotonda condotta sempre da Maurizio Trezzi, dal titolo “Quali professionalità per la comunicazione nel non profit?”, e alla quale hanno preso parte: Fabio Bellumore (Capo Ufficio Stampa, Amref), Manuela Ciotoli (Responsabile Retention e Donor Development Emergency), Dario Bolis (Direttore della Comunicazione Fondazione Cariplo), Guido Di Fraia (Prorettore per Innovazione e AI, Università IULM), Ilaria Brusadelli (Social Media Manager, AVSI) e Corina Nicoara (Mediatrice culturale Emergency).

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