Soft Skills per una buona scelta

Acquisire i principi base della cartografia e applicarli ai “paesaggi interiori” per costruire una mappa simbolica delle proprie emozioni, competenze, fragilità. Un approccio utile per rivelare a sé stessi i territori piani (come le proprie competenze riconosciute) e quelli che invece si vivono come accidentati o impossibili da attraversare (elaborare il proprio passato o immaginare il futuro). La mappa interiore può servire inoltre a condividere questi aspetti dell’esperienza con chi si ha intorno: i compagni, gli insegnanti, gli amici, i genitori.

Il percorso si articola in 10 punti e prevede una parte teorica e una parte pratica da svolgere individualmente e in gruppo, per agevolare la costruzione di mappe personali e condivise. In ultima analisi le mappe consentono di procedere con maggiore consapevolezza gli uni verso gli altri - conosco e riconosco il territorio dell’altro - e tutti in una direzione condivisa.

• Teoria delle mappe e teoria delle mappe interiori
• Quali sono le mie vette ora. Il rapporto col successo e l’ambizione.
• Quali sono le mie pianure ora. Le competenze e i talenti.
• Quali sono i miei abissi ora. I punti ciechi dell’esperienza.
• Quali sono i miei pantani ora. Le convinzioni che mi impediscono di procedere.
• Quali sono i miei torrenti ora. L’ingovernabile e l’inatteso.
• La condivisione delle mappe
• La costruzione di una mappa comun
• La scoperta dell’America: usare le mappe per raggiungere una nuova terra
• Confronti e dibattito sul percorso

Tutte le iniziative sono volte alla condivisione e alla valutazione psico-attitudinale dello studente: l’obiettivo è quello di supportarlo nella scelta e di sostenerlo nel pensarsi all’interno di un futuro contesto accademico e professionale, contrastando così ansia, stress e indecisione, tra le principali cause di abbandono.

Chiedersi “cosa mi rende raro?” è il pretesto per riflettere sull’uso del linguaggio nella creazione dei gruppi e delle sensazioni di vicinanza o distanza da questi. La domanda diventa lo spunto per realizzare un progetto fotografico-narrativo orientato a individuare la valenza di “preziosità” che si nasconde nella diversità. Un’esperienza di incontro, condivisione e comunicazione con tutti gli “abitanti” della scuola. Un progetto mantenibile nel tempo fino a trasformarsi, potenzialmente, in una routine di ascolto e attenzione verso l’altro per comprendere che se tutti siamo diversi allora nessuno è diverso.

Il progetto RARI (Riconoscimento Ascolto Restituzione Inclusione) prevede l’organizzazione di una serie di incontri teorici e pratici sui principi dello storytelling applicati allo studio e alla realizzazione di un racconto di inclusione delle rarità che ci distinguono dagli altri (competenze, incompetenze, fisicità, biografie). Rarità quindi come sinonimo del più diffuso diversità. La rarità come costante umana a cui guardare con curiosità e attribuendole il significato di prezioso.

I ragazzi vengono guidati in un progetto di storytelling che li porta alla realizzazione di una mostra o di un libro o di un account social che riveli l’indagine a cui avranno preso parte. Verranno, inoltre, fornite indicazioni per continuare in autonomia il progetto.

E’ previsto un percorso teorico e tre sessioni performative di fotografia e interviste in lingua italiana.

Ogni incontro avrà un tema e i titoli proposti sono i seguenti:

• INTRODUZIONE ALLO STORYTELLING: raccontare con un fine
• RICONOSCIMENTO : la fotografia come sguardo dedicato
• ASCOLTO: l’arte di accogliere il racconto dell’altro
• RESTITUZIONE: lo storytelling e l’etica della restituzione al pubblico
• INCLUSIONE: la creazione di un racconto corale la cui voce supera per potenza e messaggio il suono delle singole storie
• INTRODUZIONE AI LABORATORI

Imparare a progettare e scrivere un racconto che coinvolga il pubblico è una competenza oggi necessaria sia per argomentare una tesi, per preparare un public speaking, per contronarrare una versione degli eventi con cui non si concorda, per attirare l’attenzione su tematiche sociali o ambientali, per presentare se stessi, un lavoro o un progetto. Il corso offre gli strumenti per riconoscere le esigenze (e le lacune) del pubblico, per adattare la scrittura ai vari contesti (raccontare a molti, a pochi, a un singolo, in presenza o a distanza) e media, per raggiungere un obiettivo narrativo predeterminato.

Il percorso affronta le basi dello storytelling e prevede una serie di incontri teorici e pratici in cui gli studenti progetteranno una strategia narrativa applicandola ad un tema di loro interesse, di natura civica, sociale, ambientale, da svolgere in aula e a casa per acquisire e mantenere le tecniche della narrazione progettata.

• Scrivere per far accadere qualcosa: differenze tra storytelling e scrittura creativa
• Il lettore prima della storia: conoscere il proprio pubblicoL’ambiente e la scrittura sensoriale: far rivivere un’esperienza
• L’entrata in scena del personaggio: descrivere attraverso l’agire
• Il punto di vista narrativo: strumenti per lavorare sulle percezioni
• L’incontro con l’altro: raccontare il confronto e lo scontro
• Il dialogo narrativo: come renderlo efficace
• Il bisogno e il desiderio: premesse per un viaggio
• Paura e spavento: storie di avvertimento
• Alleati e mentore: riconoscere l’aiuto e farne uso
• L’allontanamento e il viaggio: uscire dall’ordinario e accorgersi dei propri mezzi
• Le sfide e le trasformazioni: raccontare la fatica, il superamento delle difficoltà

Creare, cooperando, un progetto fotografico documentaristico legato alla città di Milano e finalizzato alla partecipazione al progetto UMANI A MILANO - Junior Edition. Un’esperienza di incontro, scoperta e scambio con tutti gli abitanti della città, mantenibile nel tempo e finalizzata a rendere visibili i volti e le storie dei cittadini più giovani, e forse meno ascoltati, di Milano.

La teoria e la tecnica della “raccolta delle storie e delle facce”, adottate fin dal 2014 nella realizzazione del progetto Umani a Milano, saranno proposte come metodo di osservazione della dimensione personale e collettiva dell’essere cittadini di una grande realtà metropolitana. Il laboratorio, inoltre, consentirà di ampliare i propri strumenti e le competenze necessarie nella difficile arte del racconto delle cose. Si scoprirà, usando la pratica diretta con macchina fotografica e block notes in mano, come sia possibile costruire il racconto di una comunità complessa attraverso le storie delle persone che la compongono: che sia una città, una scuola, un’associazione, una band o un piccolo gruppo di amici.

Ogni incontro avrà un tema e i titoli proposti sono i seguenti:

• LE VITE DEGLI ALTRI : allenarsi a non giudicare
• IL RITRATTO E IL RICONOSCIMENTO : la fotografia come sguardo dedicato
• ASCOLTO: l’arte di accogliere il racconto dell’altro
• ANTROPOLOGIA METROPOLITANA : la città come luogo di incontro
• EMPATIA : non contro di te ma nemmeno troppo con te, la giusta distanza
• INTRODUZIONE AI LABORATORI

Verrà raccomandata la presenza a tutti gli incontri per avere un’esperienza e risultati più significativi. Verranno, inoltre, fornite indicazioni per continuare in autonomia il progetto.

È previsto un percorso teorico e tre sessioni (stanziali o itineranti) di fotografia e interviste in lingua italiana.