Masterclass con il Maestro della luce

Data pubblicazione 28 ottobre 2016 - Data evento
Non capita tutti i giorni di andare a lezione da un Premio Oscar! Leggi il racconto della masterclass tenuta da Vittorio Storaro, uno dei più grandi maestri di fotografia del mondo!

Non capita certo tutti i giorni di fare lezione con un premio Oscar. Ma anche questo capita in IULM e lo scorso 4 novembre il maestro della luce Vittorio Storaro ha tenuto una masterclass unica in Italia, la prima che il Cinefotografo più influente della storia del cinema italiano avesse mai fatto sul tema del digital.

Tre premi Oscar (Apocalypse NowReds, e L’Ultimo Imperatore), il teatro (con Ronconi) e i più grandi registi al mondo (da Bertolucci, a Coppola, da Warren Beatty a Woody Allen). Questo è Vittorio Storaro, il genio della luce e del colore, nonché uno dei direttori della fotografia più importanti della storia del cinema, anche se lui non ama definirsi tale. Preferisce infatti il termine  Cinefotografo (o Cinematographer, per dirlo “all’americana”),  ovvero colui che scrive il film con la luce. Storaro è infatti un maestro nel narrare storie con la luce, le ombre e i colori: i pastosi e caldi tramonti de Il te nel deserto, i gialli e i blu quasi fumettistici di Dick Tracy e l’incandescente tavolozza cromatica di Apocalypse Now, sono solo alcuni esempi.

La masterclass è stata l’occasione per i nostri studenti di incontrare il maestro della luce e approfondire le sue scelte tecniche-estetiche, per conoscere a fondo un aspetto fondamentale della settima arte e per viaggiare nel dietro le quinte di alcuni dei film che hanno segnato la storia della cinematografia mondiale (NovecentoUltimo tango a ParigiApocalypse Nowll té nel desertoL’Ultimo ImperatoreUn sogno lungo un giorno e molti altri).

Durante la masterclass, intitolata “La cinematografia digitale”, si è parlato soprattutto dell’ultimo lavoro di Storaro, Cafè Society di Woody Allen. Questo è stato il primo film nella lunga carriera del regista newyorkese a essere girato in digitale, per la precisione con una Sony F65: una telecamera digitale in grado di garantire i risultati visivi che più si avvicinano alla definizione della pellicola.
Cafè society è un film che ha nella luce e nel colore la sua forza. Sono proprio questi infatti gli elementi che nel pellicola fanno vivere le ambientazioni rendendole uniche e inconfondibili: se la capitale californiana è luminosa e sfavillante tanto da ricordare le atmosfere oniriche di un sogno a occhi aperti, New York è plumbea e cianotica, perfetta antonomasia visiva di una realtà quanto più lontana dalla fantasia e dal miraggio hollywoodiano. In Cafè Society, Storaro conferma ancora una volta che, nonostante il sistema del digitale stia sicuramente cambiando i mezzi e le tecniche per girare un film, il bisogno di raccontare storie attraverso le immagini rimane intatto e immutato.  Immagini, quelle di Storaro, destinate a rimanere saldamente ancorate nella memoria visiva di ciascuno di noi.


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