In memoria di Ezio Alberione

29 aprile 2016
Mercoledì 4/5, alle 18, in Sala dei 146, un incontro per ricordare, attraverso i suoi scritti, le sue parole e i suoi pensieri, il giornalista, saggista e insegnante Ezio Alberione, scomparso nel 2006

Era il primo aprile 2006 e nello storico circolo di cinema San Fedele di Milano, Ezio Alberione aveva appena presentato Münich, l'ultima opera di Steven Spielberg, regista che lui amava e al quale aveva dedicato il suo recente libro intitolato Incubi e meraviglie. Il cinema di Steven Spielberg. Ezio ci ha lasciati quella notte, a soli 41 anni. Se n'è andato all’improvviso, in punta di piedi, così come in punta di piedi era entrato nella vita di tante persone, con il suo entusiasmo, la sua passione, la sua voglia di vivere e di trasmettere l’amore per il cinema e la cultura alle generazioni più giovani.

Dice un vecchio proverbio che niente se ne va prima di averci insegnato ciò che dobbiamo imparare ed Ezio ha insegnato tanto a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo. Giornalista, critico cinematografico, attento e acuto saggista, sceneggiatore e autore teatrale, Ezio Alberione è stato uno dei più grandi animatori culturali di Milano. Ha lavorato per il centro San Fedele, dove ha dato vita a cineforum e spettacoli teatrali, ha collaborato con la cattedra di Storia e critica del cinema in IULM e scritto per Ciak, GQ e Panoramiche. Dal 2005 era condirettore e anima del mensile Duellanti, diretto da Gianni Canova, di cui era braccio destro e intimo amico.

A dieci anni dalla scomparsa di Ezio, i suoi più cari amici, tra cui il Professor Gianni Canova, il Professor Fabio Vittorini e i docenti Matteo Bittanti e Mimmo Gianneri, si riuniranno, mercoledì 4 maggio, alle 18, in Sala dei 146, per ricordarlo attraverso i suoi scritti, le sue parole, i suoi pensieri.
“Frammenti di lezioni. In memoria di Ezio Alberione” non vuole essere una lezione ma un semplice modo per ricordare e omaggiare l’uomo, l’insegnante, l’intellettuale che era Ezio Alberione e, soprattutto, per tramandare a chi vorrà esserci e che forse non ha avuto la possibilità di conoscerlo, un piccolo granello del suo sapere, della sua magia, dei suoi incubi e delle sue meraviglie.